La santità del beato Tadini e il miracolo della vita
Il santo è uno che crede in Cristo, contagiato
dal suo amore, che compie la stessa missione di salvezza per gli uomini.
Come riportato nel giudizio sommario dei
teologi lattività del beato Arcangelo Tadini, la sua dedizione totale al
bene delle anime, il coraggio dimostrato in varie riprese, lo spirito di iniziativa, la
fama di predicatore, suggerirono ai superiori di affidargli il vasto campo apostolico di
Botticino Sera, dopo le esperienze più o meno lunghe di Lodrino e Noce.
La santità del beato Tadini non ha nulla di
altisonante; la sua vita si svolse in un quadro di perfetta linearità col Vangelo.
Egli mise la sua cultura al servizio dellevangelizzazione, convinto che
la
Parola e il Vangelo hanno la capacità di formare lesistenza personale e di
plasmare il tessuto sociale.
Anche Elisabetta, la miracolata,
scrive a mons. Giulio
Sanguineti: Ho avuto la meravigliosa opportunità di conoscere la figura del beato
Arcangelo. Mi hanno colpito la sua carità e la sua profonda fede in Dio e nella Vergine
Maria. Un prete che dovrebbe essere desempio ai sacerdoti, un grande lettore dei
segni dei tempi. Nella testimonianza processuale si legge ancora: la figura di
don Tadini mi ha affascinato, era la risposta alle mie preghiere, a una in
particolare; avevo trovato una guida cui affidarmi
.
È iniziato, dopo la conoscenza, un nuovo
cammino interiore di conversione e di preghiera perché il Signore ci preparava
una grande sorpresa. Elisabetta e Roberto hanno abbandonato il proposito di una
fecondazione assistita con linseminazione artificiale in vitro e hanno scelto di
lasciare a Dio che intervenisse tramite lintercessione del beato Tadini. Ero
tornata come bambina quando sembrava che il futuro sarebbe stato tutto
rosa, ma con una differenza: ero ormai grande e conoscevo anche il
nero con la differenza che non mi faceva più paura. È in questo momento che
tutta la mia vita si è cambiata e ho potuto vedere la potenza del Signore su di me; io
che non potevo avere figli mi sono trovata in attesa di una bimba. Con mio marito, mia
figlia, il gruppo Famiglia beato A. Tadini e le suore, abbiamo ringraziato don
Arcangelo che ha bussato al Signore e se non ci fosse stato il Beato, quella porta non si
sarebbe mai aperta.
Nella narrazione dei fatti accaduti alla coppia
e nellevidenza di santità di vita del Beato, si sono incontrate esistenze che
dicono opere e parole, fede e vita, preghiera e guarigione. Possiamo affermare che il
miracolo è unopera potente di Dio, un segno con il quale Dio ci parla. Dio è
maestoso in santità, tremendo nelle imprese e operatore di prodigi (Es 15,
11). Veramente Gesù
è un profeta potente in parole ed opere! (Lc 29, 19). La conclusione la lasciamo a
Elisabetta e Roberto: A noi preme evidenziare come la nostra famiglia continua e
continuerà ad affidarsi al beato Arcangelo, perché, a pieno titolo, è un componente
familiare. Per noi è il santo che ci ha aiutato a realizzare il nostro sogno
più grande: quello di poter donare la vita senza limiti.
Liter della causa per la
canonizzazione ha così definito scientificamente il miracolo: Guarigione spontanea e duratura di
Elisabetta e Roberto da accertata sterilità di coppia, con linsorgenza
inaspettata di una prima e di una seconda gravidanza, senza lintervento di alcun
trattamento terapeutico specifico atto a modificare la situazione patologica
esistente.
I coniugi nella loro testimonianza al processo
affermano: I nomi
dei nostri figli sono stati scelti per affidarli alla Vergine Santa e a S. Giovanni
apostolo; hanno un grande significato per noi, sono la dimostrazione che il Signore,
tramite lintercessione del Beato, ha esaudito la nostra preghiera, in quanto Maria
significa amata e Giovanni,
Dio ha avuto misericordia.
La vita è un invito alla gratitudine e alla
gioia e quando vengono meno è sempre possibile un miracolo che ridona fiducia e speranza
per continuare il cammino che Dio ha tracciato per ognuno di noi. Ed ancora una volta
il beato Tadini ci riconduce tutti a Nazareth: scuola, come ricorda Paolo VI, del Vangelo, luogo che ci
insegna il silenzio, il modo di vivere in famiglia e come celebrare la legge severa ma
redentrice del lavoro.
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