L'EUCARESTIA
Omelia
L'EUCARESTIA
Benché il sole sia sempre ammirabile in cielo per
la sua gran luce e per i suoi benefici influssi, non mai però è più mirato e più
ammirato dal mondo come quando si eclissa, e si oscura.... Or benché Iddio, Sole unico e
trino della Divinità, si sia mostrato sempre ammirabile in tutti i suoi attributi ed in
tutti i benefici più rilevanti che ha fatto al mondo, tanto più deve ammirarsi da noi
quando istituì la SS.ma Eucarestia ed in essa in certa maniera, si eclissò e si nascose
sotto i sacri accidenti.
Oh che gran meraviglia fu questa, con cui parve
che Iddio mettesse lultimo confine alla carità sua infinita verso luomo!
Parve che Ei si occultasse sotto gli Azzimi sacri, ma allora appunto svelò meglio tutte
le sue divine perfezioni! Svela la sua onnipotenza, per i miracoli che lEucarestia
contiene. Svela la sua sapienza per il modo ammirabile con cui si comunica alluomo,
svela la provvidenza, con cui soccorre ai nostri bisogni, ma sopra ogni altro svela la sua
carità per gli eccessi di benignità che il Signore ci dimostra in questo Sacramento....
Ora a me succede come a Mosè sul monte Oreb,
quando egli voleva accostarsi al misterioso roveto che andava tutto in fiamme, senza
abbruciarsi, e sentì di colà la voce di Dio che disse: fermati, non ti accostare, levati
i calzari dai piedi che questa terra è santa. Mosè allora si prostrò a terra, si coprì
con ambe le mani il volto e non ardiva alzare un occhio a mirare Iddio in quel roveto
nascosto. E potrò io apprestarmi a Dio velato sotto sì gran mistero? Oserò io parlarne,
e parlandone che ne potrò mai dire, quando Crisostomo lo chiama Sacramento ineffabile, S.
Cirillo incomprensibile, S. Tommaso inesplicabile? Con tutto ciò siccome Gesù Cristo è
qui tutto amabilità e dolcezza e si contenta, anzi vuole che conosciamo la finezza
dellamor suo infinito verso di noi, pieni di riverenza e di fede, mettiamoci pure ad
esaminare le immense grandezze che in sè contiene questo gran Sacramento
A Salomone dopo aver
fabbricato il Tempio gli pareva impossibile potesse abitarvi Dio. Or che direbbe vederlo
adesso non solo abitare, ma stare dentro luomo? E a quali uomini dispensa egli
questo incomparabile favore? Forse solo ai Papi? ai re, ai Santi? Tutti, poveri e
miserabili.., va a trovarli negli ospedali, nelle carceri, nei tuguri e perché ognuno
goda sceglie materia più ovvia e dà a tutti i Sacerdoti la potestà. Di più si contenta
di star chiuso... perché vadano in ogni ora a trovarlo. Qual re farebbe, non dirò
altrettanto, ma la metà per i suoi vassalli? E poi... comunicarsi anche alle anime
tiepide, indisposte, peccatrici, sacrileghe, poiché povertà e miseria non spiacciono a
Dio ma tiepidezza
e malvagità gli sono abominevoli -. Ed è giunto a pascere con le sue carni divine e a dissetare col
suo sangue anche i peccatori più ingrati
Dio per dar se stesso a noi adopera e unisce
insieme tanti e sì stupendi miracoli, che può ben dirsi come lo chiamò in spirito il
santo profeta Davide, un memoriale, un compendio di tutte le opere più meravigliose che
abbia mai fatto...
.....E certo che la liberalità nel donare
è contrassegno di amore di chi dona verso chi riceve il dono, e quanto più è grande e
prezioso il dono altrettanto è più sicuro lamore. Questa verità però che può
fallire nelluomo, che tante volte è diretta da fini interessati, ambiziosi e
perversi, non può mancare in Gesù Cristo che è la stessa verità per essenza. Or bene
chi sarà capace di misurare lamore di Gesù Cristo mostratoci nella santa
Eucarestia?
Che cosa ci dona? Forse pane che
nutrì 5000 nel deserto, forse vesti che santificò col suo tatto? Sarebbero doni
preziosissimi qual pregio il sudano dove è impresso volto
. Ma ben altro.
Gesù Cristo sotto le speci del pane e del vino ci
dà tutto se stesso, corpo, sangue e anima
.
E che può mai luomo desiderare più di
questo! Sorte invidiabile per Maddalena, lavare i piedi di Gesù. Maggior per Tommaso che
con un dito toccò le piaghe. Più ancora per Giovanni che poté adagiare il capo sul
petto di Gesù. Ma che è mai questo in confronto al ricevere Gesù Cristo mentre possiamo
dire: Tutto Dio è fatto mio, tutto Dio sta dentro di me.
E notate o miei cari il tempo in cui ci fece
questo dono.
Non quando il popolo gli correva dietro.... Non
quando il popolo lo acclamava... Non quando entrò in Gerusalemme
Ma quando si tramava alla sua morte
E non solo la grandezza del dono, e la circostanza
del tempo ci provano leccesso dellamore di Gesù nella santa Eucarestia, ma
pure il modo da Lui pensato nellistituzione di questo Sacramento. Chi non vede che
per istituirlo gli convenne sorpassare con un cumulo di prodigi tutte le leggi della
natura, impiccolendo la sua sovrana grandezza, eclissando la sua infinita maestà, e
nascondendo la sua gloria sotto il velo di pochi oscuri accidenti?
MOLTIPLICAZIONE DEI PANI
Gesù riempita tutta la Galilea
della fama dei suoi prodigi, aveva ispirato ai popoli una grande fiducia
nellefficacia del suo potere e nella tenerezza della sua bontà, che non poteva più
in nessun luogo mostrarsi senza che quei popoli non accorressero a Lui in gran folla da
tutte le parti. Per cui non ci dobbiamo meravigliare se, come racconta san Giovanni nel
suo Evangelo al capitolo 6, appena ebbe il Signore valicato il mare di Tiberiade, noi lo
vediamo tosto, attorniato da una moltitudine immensa di popolo. Questa gente sapeva per
prova i grandi miracoli che il Salvatore aveva operato a pro di tanti infermi, ed era
sempre certa di ottenerne dei nuovi. Invano perciò Egli si ritira sul prossimo monte: non
si era ancor posto un istante a sedere in compagnia dei discepoli, che alzando gli occhi
si vide attorniato da un gran popolo. Erano circa 5.000 uomini; il sole declinava e si
faceva sera. Loccasione parve propizia a Gesù che per mezzo dun miracolo
voleva prepararci a crederne a un altro ancor più strepitoso. Onde si rivolse a Filippo
dicendo: - Come faremo
a comperare il pane per satollare tanta gente?- In verità - o Signore - risponde
Filippo - duecento denari non basterebbero
per dame un pochino a ciascuno. Eppure
- riprende Gesù - questa gente bisogna che mangi.-
Allora Andrea si fece avanti a
dire: - E qui un fanciullo che ha seco cinque pani e due pesci; ma questo che
cosa è mai per tanta gente?- Bene - soggiunse
Gesù - portate a me quei pani e quei pesci e fate sedere tutto questo popolo.
Come tutti ebbero preso posto G. Cristo prese quei
pani, alzando gli occhi al cielo e rendendo grazie al suo Divin Padre lo benedice, lo
spezza e comincia a passarlo agli Apostoli, perché gli Apostoli lo distribuiscano al
popolo. E, oh ammirabile portento! Questo pane benedetto ed infranto dal Signore si
moltiplica nelle sue mani divine. Sempre egli ne porge agli Apostoli, e gli Apostoli ne
danno sempre al popolo, e le mani del Signore e degli Apostoli ne sono sempre colme.
Lo stesso fa pure dei pesci; li
prende in mano, li benedice, li divide, li moltiplica e dagli Apostoli li fa distribuire
al popolo, sicché tutta quella gran turba non solo mangiò del pane e del pesce
prodigioso ma ne rimase mirabilmente confortata e satolla. Allora riprese a dire il
Signore ai discepoli: - Via raccogliete tutto ciò che è avanzato perché non vada a male.- E si
riempirono dodici cesti fino al colmo; eppure non erano stati che cinque pani e si era di
già saziato un gran popolo. Attonita ne resta la moltitudine davanti a sì grande
prodigio. Ella è fuori di sé dalla meraviglia. E questo deve succedere anche a noi.
Portentoso è il miracolo. Ma non dobbiamo fermarci alle meraviglie, dobbiamo penetrare
più dentro e vedervi il fine per il quale fu operato. Gesù Cristo volle disporre la
nostra fede a credere a un altro portento ancor più meraviglioso qualè quello
della santa Eucarestia.
Narra san Giovanni che il giorno dopo in cui il
Signore con cinque pani satollò quasi dodicimila persone, mentre i Giudei erano ancora
sotto limpressione di questo portento e avevano, dirò così, in bocca il sapore del
pane miracoloso, Gesù Cristo vedendoseli ancora intorno, disse: - In verità io conosco
donde venga questo vostro trasporto per me; è tutto interessato e terreno. Voi mi cercate
non già perché i miracoli che mi avete veduto fare vi hanno fatto credere in me; ma
perché avete mangiato il mio pane e ne siete stati soddisfatti e satolli. Vi avverto
però a procurarvi prima che il cibo del corpo il cibo dellanima, prima che il cibo
materiale onde vivere nel tempo, lalimento spirituale che vi farà vivere per
leternità, ed io ve lo darò questo cibo misterioso; poiché colla moltiplicazione
dei pani il Padre mio ha voluto darvi come il suggello ed il pegno del pane spirituale e
divino che io vi prometto.
Notate quanto magnifica e preziosa è questa
espressione del Salvatore per farvi conoscere che il miracolo della moltiplicazione dei
pani è la figura del miracolo ancor più grande della moltiplicazione del suo SS.mo Corpo
nellEucarestia. Il Padre celeste mise il sigillo. Il sigillo serve e a darci
limpronta, e ad autenticarci le carte sopra cui simprime. Dunque col mettervi
il sigillo ce ne diede la figura, limmagine e insieme la prova della verità. Ha
voluto che il pane materiale gratuitamente dispensato ad un popolo intero nel deserto,
fosse la somiglianza di un pane incorruttibile, eterno, immortale che Egli darebbe agli
uomini nel deserto di questa vita. Ed infatti questo pane che conservando la sua unità
sazia dodicimila persone rimane intero; un pane dico che, dopo essere stato mangiato da
una sì grande moltitudine, non si consuma ma resta, sussiste ancora.
Quale immagine più fedele, quale figura più
espressiva dellEucarestia nella quale il Corpo SS.mo di Gesù pane spirituale,
celeste e divino, restando incorruttibile né soffrendo diminuzione e spartimento di sorta
alcuna conserva la sua unità, la sua integrità e serve a saziare tutto il popolo
cristiano. Oh bella figura che ci rende sì chiaro ed evidente il miracolo della
moltiplicazione del suo Corpo. Inoltre non creò dal nulla un nuovo pane, ma moltiplicò
lo stesso e medesimo pane che dagli Apostoli aveva ricevuto. E così nellEucarestia,
non aveva già Egli nuovi Corpi uguali al suo, ma moltiplica il suo medesimo corpo in
tutte le ostie. Come le dodicimila persone saziate col pane miracoloso non si cibarono
dun pane fantastico e immaginario, ma di quel pane medesimo che il fanciullo portava
seco apprestato dagli Apostoli e moltiplicato da Gesù, così i fedeli
nellEucarestia non prendono un corpo ideale somigliante, ma lo stesso identico Corpo
del Signore moltiplicato dalla stessa potenza Divina che moltiplicò il pane. E perciò
questa moltiplicazione fu ancora una prova autentica della verità
dellEucarestia....
...Un Dio prigioniero nel Tabernacolo è tale
prodigio che tiene sospesi i Cherubini con le ali.
Gesù che discende obbediente si
immola. Noi Io vediamo tutti i giorni nella 5. Messa.... E quelluscire dal
Tabernacolo per entrare nel nostro petto è cosa sì stranamente nuova che al primo udirlo
gli Apostoli rimasero atterriti Maestro noi mangiare vostre carni?...
Chi è là in
quellostia? Un principe abbandona la reggia e sta in carcere. Un Dio lascia il trono
e si fa prigioniero e dai cancelli invita: devo parlarvi di me - abbiate fiducia - venite soli, - a piene mani parlatemi di voi esponete - querelatevi - sono Padre, insistete - battete -
non cessate neanche quando intimerò di perdere gli empi - Cederò.
La madre pensa al bambino, lo sposo alla sposa; ma
Gesù li sorpassa nel voler star con noi. E così muore, vuoi stare insieme perché madre,
perché fratello. Rompiamo il velo, perché vuoi star con noi, ma noi non siamo buoni. Oh
mistero!
Può la mente fissarsi un istante
e non perdersi? Può il cuore sentire questo amore e non fremere? Là è Gesù che ripete
come alla Samaritana - se
tu sapessi il dono di Dio - Parliamo di
Lui, ci sente, ci vede, e quella certa commozione che proviamo è Gesù che ci parla. I
discepoli di Emmaus dicevano che a parlar con questo pellegrino si ha gioia - non volevano staccarsi, non
sapevano di parlare con Gesù, non io conobbero.
Gesù ci vede, ci sente, ma che dico, noi formiamo
lunico suo pensiero e premura, il nostro amore lo trattiene La nostra vicinanza lo
incatena
Non stanchiamoci di contemplare il mistero che non
è solo damore ma dumiliazione, Ieri ammirammo la sua umiliazione nel
nascondersi sotto le sembianze di un bambino, ma lì cera qualche cosa: si
scorgeva la vita. Là nellostia gli batte il cuore, la mente pensa sia ben quello
che si mostrò tante volte sotto le sembianze di un tenero bambinello; tanti santi ebbero
la gioia di vederlo.
Si, Gesù vive glorioso, ma fa un miracolo perché
al di fuori non compaia nessun segno di vita e qui consuma il maggior dei prodigi per
nascondersi.
Sapete trovare dove Dio si nasconde in terra più
che nellEucarestia? in nessun luogo è così nascosto come nellEucarestia.
Perché altrove è un Dio che intima legge, qui è un Padre che sfoga il suo amore,
altrove vuoi far dei credenti, qui siede per aver degli amanti; altrove è vita di potenza
e di gloria, qui damore e dumiliazione.
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