PANEGIRICO SULL'ASSUNTA
Omelia
Parrebbe a prima vista più giusto e
conveniente che la Chiesa in questoggi ci invitasse a piangere, piuttosto che a
rallegrarci. In questoggi la nostra dolce Madre Maria parte dalla terra, e ci lascia
privi della Sua cara presenza. Ma no o cari, se noi ben pensiamo, dobbiamo assecondare
linvito di S. Chiesa e fare con essa festa e trionfo, poiché la morte della potente
e gloriosa Regina dellUniverso dichiarerebbe sacrilego ogni lamento, profana ogni
lacrima che si ardisse spargere sul suo sepolcro. Se noi amiamo questa nostra madre, ci
dobbiamo congratulare più della sua gloria che della nostra particolare consolazione.
E qual figlio non si rallegrerebbe
quantunque perdesse la madre, se sapesse che ella va a prendere possesso dun regno?
Maria oggi va ad essere coronata Regina del Cielo, e possiamo noi non far festa se
veramente lamiamo? Gaudeamus!
Al santo re Davide erano morti due figli.
Luno bambino innocente; laltro empio, ribelle qual fu Assalonne. Per la morte
dellinnocente figlio non sparse una lacrima, non un sospiro, anzi appena
linesorabile falce della morte troncò il filo di quella vita, Davide subito si
vestì a festa, chiamò la Corte, invitò il suo esercito, diede un pranzo.
Allincontro per la morte dellaltro figlio malvagio Assalonne, si stracciò le
vesti, si coperse di cenere, e mai cessava di gemere e singhiozzare dicendo: O Assalonne
figlio mio perché non posso dare la mia vita per salvare la tua? E piangeva e piangeva
inconsolabile.
Or quale stranezza è mai questa? Tanto
piange Davide per la morte dun ribaldo, che gli si era tante volte rivoltato contro,
e che gli poteva far vacillare la corona sul capo; e nulla piange, anzi gode e fa festa
per la morte di un innocente che forse sarebbe stato il sostegno della sua vecchiaia, la
gloria del suo regno. Che vuoi dir questo? Eh non ve ne stupite risponde
SantAmbrogio, che Davide ha tutta la ragione di far ciò che fece; piange per la
morte dellempio Assalonne perché dalla morte temporale passa alla pena eterna, dal
mondo passa allinferno, non piange la morte dellinnocente bambino perché
questi è per lui principio di una beata eternità.
No, non è vero che la morte sia sempre
spaventosa e terribile quale lapprende il mondo; ella, dice S. Crisostomo, è
nellordine delle cose indifferenti atte a recare bene e male. E siccome lacqua
da sé non è né dolce né amara, ma può essere dolce ed amara secondo il diverso
liquore che vi si mescoli, così la morte siccome è temibilissima per i malvagi, così è
piacevolissima per i giusti.
E siccome lo stesso fuoco nella fornace di
Babilonia era di gran refrigerio ai tre innocenti fanciulli, ed insieme inceneriva i loro
perfidi carnefici, così la stessa morte che reca somma pena ai peccatori, reca poi ai
giusti una gioia eccessiva, Per questo i giusti non temono la morte, ma anzi
laspettano e la bramano. Poiché siccome i giusti amano ardentemente Dio, così
nulla più vivamente desiderano che vederlo e goderlo, e siccome sanno di non poter ciò
conseguire senza la morte, si accendono col desiderio di essa e talora sono costretti ad
esclamare con san Girolamo: "Vieni, vieni o morte porgimi la mano e liberami
dallimpaccio di questo corpo. I giusti al sentirsi annunciare la morte vicina
prorompono in voci di giubilo e di allegrezza.
S. Lorenzo Giustiniani stando vicino alla
morte e sentendo i suoi famigliari che gli piangevano intorno disse loro: "Mandate
altrove a piangere; se volete star qui meco avete da godere come io godo nel vedermi
aprire la porta del Paradiso, ad unirmi col mio Dio".
Ragione ha dunque la Chiesa
dinvitarci tutti in questoggi a gioire e far festa per la gloriosa Assunzione
di Maria SS. in Cielo. Gaudemus adunque si Gaudeamus omnes in Domino. La nostra
cara Madre in questoggi passa dalla terra al cielo, dallesilio alla Patria,
dalla schiavitù alla libertà, dal patire alla gloria. Miratela in qual dolcezza di
Paradiso compie i suoi giorni mortali; vedetela in mezzo alle lucide nubi che la sollevano
al Cielo, udite gli armoniosi concenti della celeste milizia che pomposamente la guida
allo scettro ed al trono. Ella ebbra damore corre e si lancia tra i teneri baci e
gli immacolati amplessi del suo Dio, e assidendosi in grembo alla gloria si cinge la
fronte di quella preziosa corona che fin dalla eternità intrecciò per Lei la mano
onnipotente dellAltissimo.
Dove è dunque o morte la tua vittoria? Eh!
Si cambiano in maestosi trofei le tue ferali insegne; la terra tutta celebra con inni di
lode i trionfi della gran donna e benedice il giorno avventuroso e fidente che involandola
alle sordidezze ed alle tenebre di quaggiù, ladorna duna luce immensa, e la
colloca nelle dimore più sublimi dellempireo. Grande argomento pertanto di letizia
e di giubilo è quello che ci offre il mistero dellAssunzione di Maria, celebrato
oggi con tutta la pompa e solennità dalla Chiesa.
E per maggiormente consolarci io verrò
presentando a considerare la maniera con cui seguì la morte di Maria, e quanto glorioso
il trionfo con cui Ella salì al Cielo.
Dopo lAscensione di Gesù Cristo,
Maria si fermò ancor per molti anni su di questa terra per attendere alla propagazione
della fede. I discepoli ricorrevano a lei nei loro dubbi e Ella li confortava nelle
persecuzioni e li animava ad affaticarsi per la divina Gloria e per la salute delle anime
redente.
Sebbene Ella si tratteneva in terra,
sapendo che tale era la volontà di Dio, non per questo non cessava di anelare al Cielo.
In Cielo erano i suoi genitori, in cielo era il casto suo Sposo San Giuseppe, in Cielo era
lamabilisslmo suo Figlio Gesù; al Cielo erano adunque tutti i suoi desideri, e
unica sua brama era che sciolta da questo corpo potesse entrare al regno; e siccome il
cervo desidera la fonte così lanima sua sospirava Gesù. Ed oh! che preci innalzava
a Dio ripetendo con Davide: Chi mi darà penne di colomba per volare al mio Dio? ed ivi
trovare il mio riposo? Ondè che Iddio non volendo più differire la consolazione
alla sua amata, chiama lAngelo Gabriele, quello stesso che un giorno le portò
lavviso desser Ella la donna benedetta, scelta per Madre di Dio, e va, gli
disse, va e dì a Maria che i suoi santi desideri sono esauditi, chio ti mando
perché si prepari a lasciare la terra, che la voglio meco in Paradiso.
Gabriele subito saccinse a portare la
cara novella, e dalle eterne dimore spiccando il volo discese dalla Vergine di Nazareth. A
questo felice annuncio che altro mai poté fare la nostra umilissima, e santa Vergine, se
non ché maggiormente nascondersi nel centro della sua profondissima umiltà, e replicare
quelle parole stesse che rispose allAngelo allorché le annunziò la divina
maternità. Ecce Ancilla Domini. Ecco la schiava del Signore; per sua bontà mi
elesse per sua Madre, per sua bontà adesso mi vuole con sé in Paradiso. Né quello nè
questo io meritava, ma Egli lo vuole: Ecce Ancilla Domini.
O grande e veramente straordinaria umiltà
di Maria, che la rende piccola a sé stessa, ma grande agli occhi di Dio. Poiché essa
già non è più quella povera e sconosciuta figlia che traeva taciti i dì in oscuro
soggiorno quasi ignota ai viventi; essa ormai è già la Madre di Dio, e già ormai Ella
ha diritto alla gloria, eppure al sentirsi chiamata al Paradiso, il primo sentimento di
sua bellanima, è lumiltà, e quel consentimento che le fu chiesto da Dio essa
lo pronuncia con un atto della più profonda umiltà. Ecco la schiava del Signore. Essa
non si abbaglia alla prospettiva di tanto splendore, e quanto più si vede innalzata,
tanto più si sprofonda, si umilia.
Oh quale rimprovero per noi Cristiani,
quale vergogna non vi pare, veder Maria che pure era si grande, dotata di tante grazie e
di tante virtù, e anche di tanti meriti, vederla, sì umile e a nullaltro intesa
che a nascondere gli immensi doni dei quali lha colmata il favore
dellOnnipotente, e noi invece che altro merito non abbiamo che i peccati commessi;
altra virtù non possediamo che lingratitudine di non aver corrisposto alle grazie e
ai doni di Dio, essere si alteri, sì superbi da vantare qualità e prerogative, che pur
molte volte non abbiamo, o se le abbiamo non sono nostre.
Quale vergogna adunque per quei superbi che
mentendo vi mostrano i loro meschini talenti, vogliono comparire nel mondo sopra gli
altri, e collesclusione degli altri riscuotere essi soli gli applausi. Che scorgendo
di troppi luminosi gli altrui meriti e virtù, si crucciano dentro se stessi, e non sono
contenti finché non li abbiano oscurati, per poter essi soli risplendere.
Qual vergogna per quel superbo che
confidando temerariamente in sé e nelle sue forze, crede sempre saperne di più, e
ostinato nel non voler sottomettere la propria allaltrui opinione, non soffre
dessere contraddetto, di darsi per vinto, e quantunque abbia torto e, riconosca
daverlo simpunta fuor di ragione e si reca a gloria la stessa ostinazione.
Qual vergogna per quei superbi figlioli che
credendosi abili a tutto, non vogliono sentirsi corretti dai loro genitori, e perciò li
vedete disobbedienti, caparbi, ostinati e tutto vogliono fare a proprio modo senza mai
arrendersi e ascoltare la voce dei più vecchi, diventando così, ahi purtroppo, amaro
martello dei loro parenti.
Qual vergogna per quelle superbe figliole
che credendosi di qualche avvenenza o beltà dotate, se ne pavoneggiano, si mirano e
rimirano, vanno e tornano centinaia di volte allo specchio per compiacersene; e
lusingandosi di spiccare sopra tutte le altre, non vedono lora duscire di casa
per esser vagheggiate e far di sé e della loro immaginata beltà superba pompa.
Qual vergogna e qual rossore per tutti quei
superbi: ma perché vado lo funestando la mia immaginazione con sì tristi pensieri. Ah!
no oggi la Chiesa cinvita a gioire, e godiamo ancor noi dellallegrezza della
nostra Madre, e non pensiamo a costoro. Gaudeamus omnes in Domino.
Ricevuto Maria sì caro annuncio,
subito, subito si ritirò nella sua povera casa per prepararsi alla morte. Ma che dico io
mai morte? E dovrà darsi un tal nome al dolce e breve sonno in cui si chiusero le sue
pupille per riaprirsi ad un giorno perpetuo più liete e più risplendendenti degli astri.
Languiva dunque Maria tra le vive fiamme damore già presso alla meta, fissi teneva
immobilmente gli occhi al Cielo, sospirava il momento di veder a faccia a faccia il Sommo
Bene, il suo Divin Figlio Gesù, e già gli Angeli venivano spesso a salutare la loro
amata Regina, e a coprire il suo letto di vaghi fiori di Paradiso quando quello Spirito
grande che altre volte trasportò dimprovviso Abacuc, il Profeta, in Babilonia e
Filippo ad Azoto.., dalle varie contrade ove si erano dispersi, rapisce velocemente gli
attoniti Apostoli, e li aduna intorno alla moribonda Vergine: ondella vedendosi
tutti uniti intorno a sé quei cari, così da loro prese congedo: Compite sono o cari le
mie brame, appagati i miei desideri; finalmente io vado al cielo.
Se io vi lascio però non vi lascio col
cuore, esso non si dimenticherà mai di voi, ma in Paradiso io non farò altro che pregare
per voi. A voi ancor resta daffaticare in terra per la gloria del vostro Redentore,
e per ricevere la vostra eterna corona; ma non temete chio non vi lascio per
abbandonarvi, ma per maggiormente soccorrervi con la mia intercessione appresso Dio nel
Cielo, lo sarò con voi e coi vostri successori, soccorrerò la Chiesa e quanti mi saranno
devoti. Ella difatti mai non cessò colle sue preghiere per i suoi figli
dinterporsi. Ella fu sempre per la Chiesa quella benefica stella che diresse la
mistica nave. In Lei confidarono sempre i successori di Pietro; e in Lei ha tutta la sua
speranza il vegliardo del Vaticano, lillustre prigioniero. Egli in mezzo alle sue
persecuzioni, in mezzo ai suoi travagli guarda a questa stella mattutina, e quantunque sia
povero e spogliato dogni umano soccorso vede il trionfo della Chiesa.
Intanto Maria già sente nel cuore un
gaudio foriero della venuta dello Sposo, che tutta la ricolma di una nuova immensa
dolcezza. Gli Angeli a schiera venivano a trovarla, protestandosi pronti al gran trionfo
con cui dovevano accompagnarla in Paradiso. Si consolava Maria alla vista di quei Santi
Spiriti ma la sua consolazione non era completa. Ella aspettava lamabilissimo suo
Figlio Gesù. Fu rivelato a S. Elisabetta che Gesù apparve a Maria prima di spirare colla
croce in mano, per dimostrare la gloria speciale chEgli aveva tratto dalla
Redenzione, avendo colla sua morte fatto acquisto di quella gran creatura che per secoli
eterni doveva onorario più di tutti gli uomini e di tutti gli Angeli.
San Giovanni dice chEgli stesso la
comunicò col Viatico dicendole con grande amore: "Prendi o Madre mia dalle mie mani
quello stesso mio corpo che tu mi hai dato". Poi così Gesù si mise ad invitarla:
"Su o Madre mia, mia bella e pura colomba lascia questa valle di pianto dove hai
tanto sofferto per amor mio. Veni de Libano, veni sponsa mea, veni coronaberis. Vieni
e collanima e col corpo a godere il premio della tua sarta vita. Vieni a sedere a me
vicina, vieni a ricevere la corona, che ti darò di regina delluniverso."
Un insolito splendore e una celeste armonia
sintese allora nella stanza dovella giaceva, i Santi Apostoli savvidero,
che Maria appunto allora partiva, onde rinnovarono le lacrime e le preghiere e alzando la
mani in una voce dissero tutti: "O Madre nostra già te ne vai al Cielo e ci lasci,
donaci lultima benedizione, non ti scordare di noi miserabili". E Maria
rivolgendo gli occhi intorno a tutti, come per lultima volta licenziandosi:
"Addio figli, - disse loro, - vi benedico, non dubitate, non mi scorderà di
voi." E qual lampada che prima di finire fra quegli ultimi lampi di sua vita dà un
lampo più grande, e poi spira: così Maria invitandola il Figlio a seguirlo, immersa
nella fiamma del divino Amore, e in mezzo agli amorosi amplessi e sospiri, dà un sospiro
più grande damore e muore.
Oh morte, se così si può chiamare questo
felice passaggio. Oh morte beata, o morte preziosa. Ah fratelli, raccomandiamoci a questa
grande
Vergine perché ci soccorra nellora
della nostra morte. Oh in quel momento terribile come saranno grandi le nostre angustie,
sia per il rimorso dei peccati commessi, sia per lorrore del vicino giudizio, sia
per lincertezza della salute eterna. Allora specialmente sarmerà
linferno, e saffaticherà con tutte le sue forze per guadagnare la nostra
anima, che passa alleternità, sapendo che poco tempo gli resta a perderla per
sempre.
Il demonio solito a tentarci in vita non si
accontenterà di esser solo a tentarci in morte, chiamerà compagni ad aiutarlo. Ma se
avremo Maria dalla parte nostra, che timore potremo avere di tutti i nemici
dellinferno? Maria è quella potente verga con cui restano vinte le violenze dei
nemici infernali. Onde San Antonio ci anima dicendo: "Si, Maria pro nobis quis
contra vos".
San Bonaventura dice che Maria in difesa
dei suoi servi moribondi manda San Michele con tutti gli Angeli ad aiutarlo. Allorché un
uomo esce da questa vita, si sconvolge linferno, e manda i demoni più terribili a
tentare quellanima prima di lasciare il corpo, e poi ad accusarla allorché deve
quella esser presentata al tribunale di Gesù Cristo per essere giudicata; ma quando
unanima è difesa da Maria, dice un Santo, i demoni non hanno ardire neppure di
accusarla, sapendo per prova che non è mai stata condannata unanima patrocinata
dalla sua gran madre. Onde scrisse San Girolamo che Maria non solo soccorre i suoi cari
servi nella loro morte; ma di più loro viene incontro sul passaggio allaltra vita
per animarli e accompagnarli al Divin Tribunale. E S. Vincenzo aggiunge che lamorosa
Regina riceve nel suo manto le loro anime, ed ella stessa così le presenta al giudice suo
Figlio, e così certamente ottiene loro la salute.
Oh beati noi adunque se in morte ci
troveremo legati dalle dolci catene della Madre di Dio! Queste catene sono catene di
salute che ci assicureranno della eterna salute e ci faranno godere in morte quella beata
pace, che sarà principio della pace e riposo eterno.
Un Santo Padre riferisce che avendo
assistito in morte un gran devoto di Maria, intese da lui prima di spirare queste parole:
oh! padre mio se sapeste qua! contento io sento, per aver servito alla SS. Madre di Dio.
Non so spiegare lallegrezza che sento in questo punto. Il Padre Suarez per essere
stato molto devoto di Maria, morì con tanta allegrezza che diceva morendo: "Non
avrei mai creduto che fosse sì dolce il morire".
Lo stesso contento od allegrezza senza
dubbio sentiremo anche noi, se in punto di morte avremo amica questa buona Madre, la quale
non può non esser fedele coi suoi figli che le sono stati fedeli a servirla ed
ossequiarla, colle visite, coi rosari, coi digiuni e più collaccostarsi spesso in
suo onore ai SS. Sacramenti. Oh quale consolazione! Né questa consolazione sarà impedita
per essere stati un tempo peccatori se da oggi in poi attenderemo a vivere bene, ed a
servire questa gratissima e benignissima Signora. Ella, nelle nostre angustie e tentazioni
che ci darà il demonio per farci disperare, ci conforterà sino a venire Ella stessa ad
assisterci nella nostra morte.
Martino fratello di S. Pier Damiani,
trovandosi daver offeso Dio, un giorno se nandò davanti ad un altare di Maria
per offrirsi come suo schiavo, ponendosi la sua cinta al collo in segno di schiavitù
così le disse: Signora specchio di purità, io povero peccatore ho offeso Dio e voi,
violando la castità, altro rimedio non ho che darmi a voi. Ecco a Voi mi dedico oggi per
servo: ricevete voi questo ribelle, non mi
sdegnate. Indi lasciò sulla predella dellaltare certa somma di denaro, promettendo
di pagana ogni anno in segno della sua servitù a Maria. In capo a qualche anno Martino
venne a morte; ma prima di morire una mattina fu udito dire: alzatevi, alzatevi, fate
riverenza alla mia Signora. Oh che grazia è questa o Regina del Cielo che voi vi degnate
di visitare questo povero servo? Beneditemi o Signora e non permettete chio mi perda
dopo che mi avete onorato della vostra presenza. Raccontò egli al fratello la venuta di
Maria, lamentandosi che quelli che lassistevano non si erano alzati alla presenza di
Maria, e poco dopo placidamente spirò.
E se mai allora troppo ci spaventeremo,
mancando di confidenza a vista dei peccati fatti, ella verrà collanimarci come
venne ad Alfonso Conte dAlsazia, il quale avendo lasciato il mondo ed essendosi
fatto religioso, fu gran devoto della Madre di Dio. Ridotto alla fine dei suoi giorni
pensando alla vita condotta nel secolo, al governo dei vassalli, al rigore del divino
giudizio, cominciò a temere la morte, per dubbio della sua eterna salute. Ecco allora
Maria che mai non dorme sulle angustie dei suoi devoti, accompagnata da molti Santi si
fece presente al moribondo e rincuorandolo gli disse queste tenere parole: O Adolfo
carissimo tu sei mio, a me ti sei dato, ed ora perché tanto temi la morte? Tutto si
sollevò il servo di Maria a tali parole, sparì ogni timore, e con gran pace e contento
se ne morì.
Animiamoci anche noi o cari benché
peccatori ed abbiamo questa confidenza che Maria verrà ad assisterci in morte e
consolarci colla sua presenza se noi la serviamo con amore nella vita, che ci resta su
questa terra.
Ed oh qual consolazione sarà per noi in
quel terribile momento dal quale dipenderà o la nostra vita o la nostra morte eterna,
vederci vicina la Regina del Cielo che ci assiste e consola colla sua intercessione.
Consoliamoci adunque o cari, e facciamo festa perché oggi la Vergine SS. morendo vinse e
debellò la morte, che umiliata abbassò le armi e rispettò la tomba dellammirabile
Genitrice.
Godiamo e consoliamoci! Gaudeamus, perché
in questoggi Maria SS. se non per propria virtù come Gesù, ma certo per la
sovrabbondanza della grazia di Dio, poté animare le sue venerabili spoglie, indegne di
rimanere nel sepolcro, ed essere così trasportate dagli Angeli sulle loro ali al Cielo.
Godiamo ed esultiamo o cari. Gaudeamus poiché
Maria ci ha dato a conoscere come la morte non sia il peggiore dei mali, e che se vogliamo
possiamo incontrarla dolce e soave, col farsi suoi devoti; ma una vera devozione non già
che consiste sol nel recitare qualche breve orazione, essere ascritto a qualche sua
Confraternita, recitare il Rosario od altro. Cose queste tutte buone ma se si lasciano
sole a nulla valgono. Anzi se alcuno riponesse tutta la sua confidenza in Maria per queste
semplici devozioni volendo poi condurre una vita a seconda delle proprie viziose
inclinazioni e proseguire nel peccato, tal devozione diventerebbe temeraria e presuntuosa,
ingiuriosa a Dio ed indegna della sua Madre, poiché sarebbe un pretendere con ciò che
Maria SS. proteggesse il vizio e la indegnità. Maria è il rifugio dei peccatori, ma di
quelli che furono pur grandi peccatori, ma che vogliono emendarsi e ricorrono a lei per
ottenere la grazia della morte. Ma quelli che sanno di essere in colpa, e non vogliono
abbandonare quei pericoli, quelle occasioni, non vogliono lasciar quelle pratiche,
restituire quella roba, deporre quegli odi, quelli insomma che sperano e vogliono salvarsi
per qualche devozione a Maria anziché trovare nella morte il sollievo, avranno la
disperazione.
Quanto sia stato glorioso il trionfo di
Maria nellessere assunta al Cielo è difficile limmaginarlo e direi quasi
impossibile descriverlo, poiché alla ammirabile Assunzione di Maria, il Cielo tutto si
mosse a venirle incontro, non fu già un gruppo di Angeli ma venne ad accompagnarla il Re
medesimo con tutta la corte celeste. E appunto a tal fine dice S. Anselmo, il Redentore
volle ascendere al Cielo prima che vi pervenisse la Madre, non solo per prepararle il
trono in quella reggia, ma ancora per far più gloriosa la sua entrata in Cielo, con
accompagnarla Egli stesso unita a tutti gli spiriti beati. Quindi S. Pier Damiani
contemplando lo splendore di questa Assunzione di Maria al Cielo dice che la troveremo
più gloriosa dellAscensione di Gesù Cristo al Cielo poiché al Redentore solamente
gli Angeli vennero ad incontrarlo, ma la Beata Vergine andò alla gloria
collincontro e corteggio dello stesso Signor della Gloria, e di tutta la Beata
compagnia degli Angeli e del Santi. E, oh potessi io rendere paghe le vostre brame devote,
e la pomposa e festevole assunzione della gran Vergine al Cielo in luminosa scena
mostrarvi.
Ecco Gesù le porge la mano ed essa
maestosa e giuliva al diletto suo Figlio appoggiata, eccola già salza in aria, già
passa le nubi e passa le sfere. Eccola essa è già alle porte del Cielo.
Presto, presto, gridano gli Angeli che
laccompagnano presto o Principi levate e togliete le porte, perché deve entrare la
Regina della Gloria.
Ecco già entra Maria nella Patria beata.
Ma quegli spiriti celesti al vederla entrare sì bella e gloriosa, stupefatti domandano: E
chi è mai questa Creatura così vaga che viene dal deserto della terra, luogo di spine e
triboli; ma questa viene si pura e si ricca di virtù, appoggiata al suo diletto Signore
che si degna Egli stesso accompagnarla con tanto onore? Chi è? Ed altri rispondono:
Questa è la Madre del nostro Re; è la nostra Regina; la benedetta fra le donne, la piena
di grazie, la santa dei santi, la diletta di Dio, limmacolata, la colomba; la più
bella di tutte le creature. E tutti quegli spiriti cominciarono cantando a benedirla e
lodarla meglio di quanto dicevano gli Ebrei a Giuditta: "Tu gloria Jerusalem, tu
letizia Israel, tu honorificentia populi: Signora e Regina nostra voi siete dunque la
gloria del Paradiso, lallegrezza della nostra Patria, voi siete lonore di
tutti noi; siate sempre la ben venuta, siate sempre benedetta, ecco il vostro regno, ecco
noi tutti siamo vostri vassalli pronti ai vostri comandi."
Quindi vennero a darle il benvenuto e a
salutarla come loro Regina tutti i Santi che allora stavano in Paradiso.
Vennero tutte le Sante Vergini. Noi,
dissero, o beatissima Signora siamo regine di questo regno, ma Voi siete la Regina nostra
perché Voi siete stata la prima a darci il grande esempio di consacrare la nostra
Verginità a Dio, noi tutte vi benediciamo e ringraziamo.
Indi vennero i Santi Confessori a salutarla
come loro maestra, che aveva loro insegnate tante belle virtù colla sua Santa vita.
Vennero ancora i Santi Martiri a salutarla
come loro Regina, perché colla sua gran costanza nei dolori della passione del Figlio
aveva loro insegnato ed anche impetrato con i suoi meriti la fortezza a darla vita per la
fede.
Venne anche S. Giacomo che solo degli
Apostoli si trovava allora in Paradiso, a ringraziarla da parte di tutti gli altri
Apostoli di quanto conforto ed aiuto aveva Ella dato loro stando sulla terra.
Vennero i profeti a salutarla e benedirla
come lalto soggetto dei loro vaticini; la benedirono i Patriarchi come ben nato
germoglio di loro stirpe.
Vennero i Re a benedirla come ornamento e
lume dei loro diademi.
Ma fra costoro con affetto maggiore vennero
a ringraziarla i nostri primi padri Adamo ed Eva, e benedirla qual riparatrice del danno
da loro fatto al genere umano e qual portatrice della benedizione da essi perduta per loro
colpa.
Venne poi a baciarle i piedi S. Simeone
ricordandole con giubilo quel giorno nel quale egli ricevé dalle sue mani Gesù Bambino.
Vennero Zaccaria e Elisabetta, nuovamente
ringraziandola di quellamorosa visita, che con tanta umiltà e carità fece nella
loro casa, per cui ricevettero tanti tesori di grazie.
Venne S. Giovanni Battista a ringraziarla
daverlo santificato per mezzo della sua voce.
Ma oh con qual maggior tenerezza vennero a
salutarla i suoi cari genitori Gioacchino ed Anna; e sii benedetta le dicevano che ci
procurasti la bella fortuna davere per Regina la nostra stessa figlia.
Ma chi potrà poi comprendere
laffetto con cui venne a salutarla il casto suo Sposo S. Giuseppe? Chi mai potrà
spiegare lallegrezza che provò il Santo Patriarca nel vedere la sua Sposa giunta in
Cielo con tanto trionfo e fatta Regina di tutto il Paradiso? Con qual tenerezza dovette
Egli dire: Oh Signora e mia Sposa quando mai potrò giungere a ringraziare quanto devo il
nostro Dio dì avermi fatto sposo di Voi, che siete sua vera Madre? Per voi io meritai in
terra di assistere alla fanciullezza del Verbo Incarnato, di averlo tante volte tra le
braccia e di riceverne tante grazie speciali. Siano benedetti i momenti che spesi in vita
a servire Gesù, e voi mia Santa Sposa.
Ecco il nostro Gesù, consoliamoci che ora
non giace steso in una stalla sul fieno, come noi Io vedemmo nato in Betlemme; non vive
già povero e disprezzato in una bottega, come un tempo visse con noi in Nazareth, non
già sta assiso su dun patibolo infame, comEgli morì per la salute del mondo
in Gerusalemme, ma siede alla destra del Padre, qual Re e Signore del Cielo e della terra.
Ed ecco che noi, Regina mia, non ci separeremo mai più dai suoi santi piedi, a benedirlo
e amarlo in eterno.
Vennero a salutarla tutti gli Angeli ed
Ella la gran Regina li ringraziava della loro assistenza prestatale sulla terra.
Indi genuflessa lumile e Santa
Vergine adora la Divina Maestà, e tutta inabissata nella cognizione del suo nulla, al
primo ordine degli Angeli giunta, trovandosi contenta e nullaltro desiderando si
fermava a quello senza cercare altro.
Ma dal suo trono lOnnipotente le
grida: "Ascende superior". Ella si protesta indegna; ma la voce
dellEterno continua: "Ascende, ascende superior". Cento e cento
forme di celesti spiriti fulgido oro e di gemme folgoranti messi in bella ordinanza
disposti le fanno ala dintorno. Ella passa gli Angeli, gli Arcangeli, i Troni, le
Dominazioni, i Principati, le Potestà, e ad ogni passo Ella si ferma credendosi già
troppo in alto, ma quella voce continua: "Ascende, ascende, superior". Passa
i Cherubini, arriva ai Serafini, la voce continua: "Ascende, ascende
superior" Un passo ancora eccola al Gran trono. La Triade Augusta si muove e
tutta pone in opera lOnnipotenza sua a premiare, ad esaltare, a coronare il merito,
la virtù, la santità di questa impareggiabile e perfettisima Creatura.
Il Padre la chiama a parte della sua
potenza, il Figlio della sua Sapienza, lo Spirito Santo del suo amore, e tutte tre queste
Divine Persone collocando il suo trono alla destra di Gesù la dichiarano Regina
Universale del Cielo e della Terra; comandano agli Angeli e a tutte le Creature che la
riconoscano per loro Regina, e qual Regina la servano e la ubbidiscano.
Oh! che gloria! Oh che trionfo!
Del resto o cari se per avviso
dellApostolo, né occhio vide, né orecchio udì, né mente umana immaginare seppe
giammai le grandi ed eterne cose preparate da Dio al minimo dei Suoi eletti, come
ragionare ed intendere noi potremo i premi, le corone e la gloria di cui in Cielo, ricolma
devessere la Vergine Madre Divina?
AI: "Sermones", ASO Botticino |