Sant'Arcangelo Tadini                                 Angelo di Verola
Canonizzato il 26 Aprile 2009 da Benedetto XVI
proclamato Beato il 3 ottobre 1999 da Giovanni Paolo II


da, Sermones,
Archivio Suore Operaie, Botticino Sera

(AI: Sermones, ASO Botticino Sera)

Scritti e Omelie

LA PREGHIERA

Omelia

Sono tanti i mali che la disubbidienza del primo padre introdusse nel mondo che, con ragione esclamar dobbiamo con Giobbe, esser la nostra breve vita piena di sventure, di pericoli e di miserie. Le inquietudini, le malattie, gli affanni che sovente opprimono non meno i poveri che i benestanti, non meno i principi che i popolani, ci fanno conoscere con evidenza che viviamo in una terra infelice e dolorosa, per cui siamo costretti a confessare col saggio, che nel disordine di tanti mali, meglio del nascere è il morire.

Ma fra tutte le creature siamo forse noi le sole nate per essere infelici ? Il sasso se lo gettate in aria, vibra un momento, poi vinta la forza d’impulso cade a terra, e par che dica nella sua quiete: "io sono tranquillo!" La pianta abbarbicata al suolo, succhia gli alimenti nelle viscere della terra, protende i rami, apre le sue boccucce nelle foglioline e beve l’atmosfera... ridente del suo bel verde par che dica:" Io sono lieta di una vita così bella!" L’animale fugge il dolore con l’istinto, cerca il piacere, mangia, dorme senza paura; par che dica a scherno di noi suoi padroni: "oh, io non ho alcun cruccio"! Solo noi uomini, dunque, saremo infelici? E a questa infelicità non avremo un rimedio da contrapporvi? Sì che l’abbiamo: il Figlio di Dio stesso fatto uomo ce lo addita nel Santo Vangelo. Egli ci dice espressamente che tutto ciò che domanderemo al Padre Suo, in nome Suo, tutto otterremo.

Nostra dunque è la colpa se siamo miseri; mentre l’Altissimo comportandosi da generoso monarca con tutti quelli che a Lui ricorrono, è sempre pronto ad esaudire colui che domanda, ne resta escluso dal godere degli immensi tesori della sua bontà solo colui che, neghittoso, trascura di procurarseli.

Quelle esortazioni consolanti - cercate e troverete - domandate e vi sarà dato - bussate e vi sarà aperto - Gesù Cristo non le ha rivolte solo agli Apostoli …. esse risuonano in tutti gli angoli della terra e risuoneranno per tutti i secoli in cui il Suo Santo Nome sarà invocato.

Queste amorose parole di Cristo vanno ad animare la fiducia di tutti i cristiani che esisteranno nell’universo, e non meno degli Apostoli anche noi siamo oggetto delle medesime. Promessa magnifica! Dio solo, solo Dio poteva fare questa promessa, Egli solo può compierla. Tutto quel bene che noi pregheremo in nome di Gesù Cristo, tutto, senza eccezione e senza diminuzione, ci verrà accordato dall’autore d’ogni dono.

Ecco o cristiani, ecco l’effetto infallibile dell’orazione, la cui forza validissima fu dai santi Padri paragonata alla forza medesima dell’Onnipotente Parola. Anzi è tale la possanza dell’orazione fatta in nome di Cristo che agisce sul cuore di Dio e Dio ubbidisce alla voce dell’uomo. Asserzione questa che se lo Spirito Santo non ci autorizzasse a farla noi non avremmo ardire di pronunciare.

Oh dunque grande è la potenza della preghiera che ci rende, per così esprimermi, padroni di Dio.

Oh quale grande utilità e necessità è conoscere come debba esser fatta l’orazione per ottenere gli effetti mirabili che essa suole produrre!

L’incredulità, naturalmente nemica d’ogni sorta di bene, impiega ogni sforzo per distruggere anche quello che di continuo vuole nascere dall’orazione, e va negando la sua utilità.

Poiché Iddio conosce tutti e dettagliatamente i nostri bisogni, l’incredulità vuol pretendere che risulti inutile l’adoperarsi ad esporli con l’orazione.

Poiché Dio è sommamente buono, l’incredulità si persuade che implorare i suoi soccorsi sia inutile e che perciò l’orazione, lungi dall’essere un dovere necessario e indispensabile, s’abbia a considerare piuttosto come un’ingiuria fatta all’infinita sua scienza non meno che alla sua infinita misericordia.

Così vanno spropositando gli increduli, ma non solo, così vanno bestemmiando anche alcuni cristiani, ma cristiani solo di nome, i quali non hanno vergogna di asserire e sostenere che non c’è poi tanto bisogno di preghiera, basta vivere da persone perbene senza pregar tanto.

Ma se non ci fosse altra risposta da dare a questi ingannati, non è forse un argomento che non ammette replica il dire che così ha voluto Iddio? Padrone dei suoi tesori, Dio non è per nulla obbligato a darceli, se per sua somma bontà si degna metterci a parte delle sue ricchezze, Egli però è in piena ed assoluta libertà di concederle a quelle condizioni che a Lui piacciono. Noi dunque non abbiamo diritto alcuno alle sue grazie, ma se Dio vuoi darcele a patto che noi le domandiamo, non meritano forse la pena di implorarle con ardore di cuore?

Dio stabilisce con noi un patto che tutto ridonda in nostro vantaggio dicendo: Domandate e riceverete. Noi l’invochiamo ed Egli ci esaudisce. Noi gli presentiamo le nostre suppliche: ecco la nostra obbligazione; Egli sparge sopra di noi l’abbondanza dei suoi benefici: ecco il suo impegno. Ma l’utilità dell’orazione non si desume da questo solo. Se la fede non ci facesse conoscere i vantaggi che ridondano dalla medesima, anche la sola nostra ragione sarebbe sufficiente a farceli riconoscere tutti distintamente.

Allora che cosa vuoi dire pregare? Creati che siamo da Dio, circondati da tutti i suoi benefici, assediati da tanti bisogni, pregare vuoi dire gettarci in braccio al Padre di tutti i beni e gridargli in seno: "O gran Padre della bontà dateci tutto voi, che da voi solo possiamo aspettarci tutto il bene".

Che vuoi dire pregare? Creati per il Paradiso e caduti in queste miserie, pregare vuoi dire guardare il cielo e dire sospirando col pianto: "Signore non ci possiamo arrivare".

Che vuoi dire pregare? Con tante colpe sull’anima, sopra l’abisso di una eternità spaventosa.. .e li, lì, già sull’orlo dal quale stiamo precipitando... pregare vuoi dire emettere un grido atterriti: " O gran Dio di misericordia salvateci voi! ... altrimenti noi siamo dannati!"

Con tante piaghe che ci straziano il cuore, pregare vuoi dire gettarci ai piedi del gran medico delle anime nostre e gridare con gemito: "Caro Gesù fateci piovere dalle vostre piaghe sulle nostre piaghe il balsamo del vostro sangue... altrimenti noi moriamo di cattiva morte ".

E non si vede da questo l’utilità della preghiera?

Non è forse l’orazione che a Dio ci avvicina e ci mette in felice corrispondenza con Lui? Che ci richiama la tanto salutare idea della divina Maestà?

Non è forse l’orazione che ci riconduce a quell’utilissimo sentimento della grandezza infinita e della dipendenza nostra, della bontà del nostro Padre e della nostra miseria?

Non è l’orazione quel vincolo che ci tiene in comune rapporto, che unisce la Chiesa della terra alla Chiesa del cielo e che nella Chiesa militante raccoglie tutti i fedeli in una medesima speranza?

Non è per l’orazione che noi professiamo la fede, ravviviamo la speranza, accresciamo gli ardori della carità, attestiamo gli umili sentimenti del cuore e ci eccitiamo alla penitenza?

Non è l’orazione la bella pratica e, nei tempo stesso, il sostegno di tutte le cristiane virtù, che dall’orazione appunto sono esercitate e sono validamente nutrite?

Non è la preghiera il sospiro delle anime nostre innamorate dello Sposo celeste?

Non è la preghiera il gemito dei cuori inconsolabili d’aver troppo offeso Dio?

Sì, sì, per noi pregare è un versare tutto il nostro cuore nelle viscere di Dio; è un nasconderglisi in seno, è un cercare la nostra pace, è uno smarrirci in Dio.

Vogliamo noi andare in Cielo? Coraggio: la preghiera è la scala per giungervi.

Desideriamo Iddio? La preghiera è l’ala per volargli in seno.

Ci muovano pure guerra il demonio, il mondo e la carne, noi non abbiamo timore: la preghiera è lo scudo - dice S. Giovanni Crisostomo - che ci ripara dai colpi.

Ben conosceva l’utilità della preghiera l’amabilissimo nostro Salvatore Gesù che non contento d’assicurarci con la sua immancabile parola domandate ed otterrete, chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto - ci dà anche la più cara ragione per rassicurarci: "Pigliate coraggio - egli ci dice, - lassù in cielo abbiamo il Padre della bontà che è nostro; egli non dimentica di vestire di piume 1'uccello che vale sì poco, immaginate poi qual cura avrà di voi. A voi ha pensato da tutta l’eternità. Egli mandò me suo Figlio a dare la vita per voi! E questo quando ancora gli eravate nemici. Pensate se vi potrà negare alcuna cosa ora che gli siete figli! Figli del mio sangue. Ecco io sono qui con voi, pregate in mio nome, ve lo assicuro, tutto otterrete. Amen, Amen, dico vobis, qualsiasi cosa domanderete al Padre mio in nome mio, l’otterrete."

Quale cosa dunque vi potrà essere per noi più utile e più vantaggiosa della preghiera?

E’ la stessa bontà di Dio che diede alla preghiera la grande potenza di ottenere ciò che qualunque altra forza non potrebbe ottenere.

Dio ha fatto della preghiera l’arma più valida per proteggere i deboli, anzi per combattere, vincere e tutto ottenere.

Se qualcuno pretendesse da voi qualche cosa, anzi tentasse con la forza di averla, voi vi mettereste in difesa e credereste di dover resistere alla audacia del pretendente. Egli avrebbe sbagliato, poiché se si fosse presentato a voi tutto timido, in umiltà, pallido in volto, e con due occhi pieni di lagrime stendendo la mano per supplicarvi di carità, voi vi sareste sentiti obbligati in cuore.

Potenza della preghiera! Parrebbe rispettare perfino gl’insetti! Ponete attenzione o miei cari. Voi ad ogni passo calpestate tanti piccoli insetti; ma se questi potessero indirizzarsi al vostro cuore con una preghiera... se, mentre tenete il piede in alto, una formica potesse dalla polvere alzare la testolina e pregarvi con tal gemito: - Mio buon signore deh, non mi schiacciate! Mettete il piede dall’altra parte: a voi non viene alcun bene dalla mia rovina!.., lasciatemi vivere, porto ai miei piccoli un granellino d’alimento!... E’ tutto questo il mio bene.. vivere un giorno qui... che nulla aspetto nell’atra vita... - Dite, dite, potreste voi calpestarla? Non vi farebbe male al cuore? Quasi voi la pigliereste sulla mano per riportarla al suo bucherellino, e per giunta vi mettereste un buon pizzico di frumento da bastare a lei ed ai suoi piccini per sempre.

Cari fratelli, noi poveri, dinanzi a Dio siamo come piccoli insetti striscianti nella polvere e sotto le foglie, emettiamo un grido al Signore della bontà…...ci ascolterà (…)

La Preghiera: ecco il mezzo ordinario per ottenere da Dio qualsiasi dono naturale, soprannaturale; ecco il mezzo universale più breve, più facile, di tutti i luoghi, i tempi, le condizioni e gli stati.

La Preghiera è per l’uomo un bisogno assoluto, il respiro dell’anima, l’atmosfera dell’anima: in Dio viviamo, ci moviamo, siamo. Come il corpo ha gli organi per respirare, così l’anima ha un suo organismo religioso pd quale aspiriamo a Dio, ci uniamo a Dio. Oh quanto si soffre quando non si può respirare, quale angoscia, quali spasimi atroci! Ci vuole aria, quando manca si muore.

(…) E Gesù ci dice di pregare sempre.

Non quella preghiera propriamente detta, perché tutti abbiamo impegni, ma quel respirar in Dio cioè quell’elevare la nostra mente in Dio; quell’indirizzare a Lui sempre le nostre azioni, quel conformarci alla sua volontà specialmente nelle tribolazioni.

Necessaria e altrettanto potente la preghiera, ecco la forza del debole. (…)

Quando l’uomo conosce la grandezza, la potenza, la bontà, l’amore di Dio e fa il confronto con la propria debolezza, specialmente nelle dure prove, nel dolore o quando è minacciato dalla morte non manda forse un grido? Questo grido è preghiera.

La preghiera è la forza del debole, quanto più uno è debole, tanto più possente è la preghiera. (…)

 Donne, Vostra forza è la preghiera.

La donna finché prega è regina.

La preghiera, ecco la nostra forza verso Dio. (…)

La Preghiera è potente; quando Dio vuole punire l’uomo fa cessare la preghiera.

Pensiamo all’intercessione di Mosè per il suo popolo: Mosè prega e Dio si placa. Così è del dialogo d’Abramo con Dio affinché non facesse scendere il fuoco sulla città di Lot.

Ma più potente di tutti è la parola di Gesù "qualunque cosa vorrete e la chiederete nel mio nome... vi sara concessa. Voi otterrete e anche se direte a questo monte "spostati" esso si sposterà."

Ecco il prodigio dei prodigi: L’uomo rivestito dell’onnipotenza di Dio. (…)

Ma per ottenere ciò che chiediamo con la preghiera cosa occorre?

 1° - Occorre chiedere cose degne di Dio. Domandereste udienza al Re per ottenere frivolezze?

Cose degne di Dio, cioè che riguardano il nostro vero bene:

la felicità eterna e questa corrisponde al prezzo della Passione e Morte di Gesù. Perché Gesù sulla paglia?... Sulla croce?... per salvarti- ci dice...

La felicità eterna ci sazierà, questa domandiamo. Siccome il peccato ci è di ostacolo chiediamo la liberazione dal peccato...di vincere le tentazioni…di osservare le leggi... di praticare le virtù …."cercate prima il Regno di Dio ". E le cose temporali? "…e tutto il resto vi sarà dato in soprappiù…

Domandiamo anche le cose temporali ma con ordine, cioè prima: Sanctificetur…. Adveniat... Fiat... poi Panem.

  - Occorre attenzione. Questa è tutta la preghiera ASCENSIO MENTIS IN DEUM.

- Pregare con sincerità. Desideriamo noi ciò che domandiamo? Altrimenti se non fosse così sarebbe una menzogna...- Gesù Cristo domandava a coloro che gli chiedevano la guarigione "VUOI" ? Se è vero che vogliamo, facciamo anche noi il possibile.

UMILTA’ nel riconoscere la nostra bassezza, nel riconoscersi indegni di ogni grazia.

Umiltà che traspare anche nel comportamento, nelle parole, nelle sembianze. Nella parabola del Fariseo e Pubblicano Gesù ci rivela quale atteggiamento dobbiamo avere nella preghiera. Il Fariseo, ritto diceva: - vi ringrazio non sono come gli altri rapaci, in giusti ed adulteri.

Il Pubblicano invece non osava alzare gli occhi, si batteva il petto dicendo - abbi pietà di me peccatore -. Ecco l’umiltà che salva. Il Fariseo ha qualche virtù ed è condannato il pubblicano ha molti vizi ed è assolto.

Umiltà occorre nel riconoscere la nostra bassezza, nel riconoscersi indegni d’ogni grazia - Che neppure osiamo comparire alla presenza di Dio! Il Pubblicano ottenne appunto per il suo atteggiamento umile, per aver confessato i suoi mali.

Tutto è bontà di Dio e non merito nostro. Facciamo tacere certe nostre pretese di crederci buoni!

Il Fariseo porta un segreto sentimento di presunzione. Non si umilia, non confessa colpe, si crede bisognoso di nulla. Guai se si pretende.

Umiltà anche nell’accettare una risposta negativa che può essere per il nostro bene. Esempio: Il Popolo Ebreo nauseato della manna domanda un altro cibo a Dio e Dio lo concede. 5. Paolo domanda di esser liberato dalle tentazioni, - no... ti basta la mia grazia - dice il Signore.

- FIDUCIA e PERSEVERANZA: "Credete voi che questo sia possibile?" (quanti invece non si fidano di Dio!)

Quale temerarietà fissare, prescrivere a Dio il tempo! Tante volte Egli aspetta per la sua gloria e per il nostro bene. Ottenere subito sarebbe come aver diritto - come fosse cosa da poco.

- Contate sulla vostra preghiera e non su quella degli altri. A quella Dio ha promesso. Le altre non sempre le esaudisce: Samuele prega per Saul e non è esaudito. Santa Monica prega per Agostino e ottiene. (…)

Spesso non si ottiene perché si prega male.

AI: "Sermones", ASO Botticino