Cari fedeli di
Verolanuova, il 3 ottobre ultimo scorso giorno della beatificazione del vostro
concittadino il prete Arcangelo Tadini, mentre a Roma partecipavo al sacro rito, la mia
fantasia e il mio desiderio venivano già qui, dove, in questa sera, avremmo reso un
solenne omaggio alla sua memoria in questa vostra basilica dalle volte armoniose e ardite,
vero capolavoro darte architettonica e museo straordinario di tele da capogiro
estetico, inserite in cornici decorative ad esse appropriate.
Oggi
quellevento gioioso si verifica. Lodiamo il Signore.
A
Roma la delegazione di Verola era ben nutrita e, qualificata, guidata comera dalle
autorità più rappresentative della comunità religiosa e civile. La letizia cristiana si
sposava alla fierezza umana per aver dato i natali al nuovo Beato; e luna e
laltra si specchiavano nei volti di tutti, si riflettevano nel conversare animato di
molti, nellincedere ieratico dellarciprete quando, uscendo dalla basilica
Vaticana, procedeva verso laltare papale.
Quando,
a proclamazione avvenuta, lo stendardo del Tadini appeso alla facciata di S. Pietro, fu
scoperto, il battimano divenne frenetico, qualche grido di gioia non poté rimanere
represso nel petto, e certo una lacrima dovette rigare alcuni volti.
Allorché la pienezza dei sentimenti colma lanimo e anzi ne tracima,
la voce diventa un amen festoso, un alleluia sonante. Quando per ciascuno arriva il giorno
delle lacrime, non è necessario reprimerle in nome di una falsa dignità: né quelle
amare di redenzione, né quelle dolci di commozione e damore.
Oggi i medesimi sentimenti si rinnovano, prendono forma e sostanza durante
questa celebrazione eucaristica, che si configura come inno di ringraziamento a Dio per
aver chiamato il Tadini alla vita, al sacerdozio e alle vette della santità eroica;
inoltre come gesto di venerazione per la sua persona., come omaggio semplice a coloro che
qui gli hanno dato la vita e alla comunità cristiana la quale, nella seconda metà
dellottocento, lo ha educato ai valori supremi dello spirito.
Dunque una nuova luce si è accesa per questa parrocchia, una nuova lampada
pende dalle pareti del suo tempio. Non le sfugga lo splendore della sua fiamma né la
lasci indifferente loscillare silenzioso ed emblematico di quella lampada.
Durante la mia prima adolescenza, talvolta, durante le notti chiare, mi
ponevo in osservazione del firmamento e, sezionando con il dorso della mano un angolo di
cielo, tentavo di contarne il numero di stelle. Invano
Allora sceglievo lastro
più luminoso e mi abbandonavo a fantasticare sul suo palpitare misterioso.
Voi, cari fedeli di Verola, non prigionieri di sogni adolescenziali, bensì
stimolati dalla sapienza del Vangelo, sappiate ammirare e apprendere dal vostro astro di
evangelica carità le più vere e le più salutari lezioni di Vita.
Don Arcangelo Tadini
Della sua vicenda umana e pastorale hanno scritto in molti, sollecitati
specialmente dalle sue figlie spirituali, le Suore Operaie della S. Casa di Nazareth. Gli
autori più acuti hanno scandagliato le acque più profonde del suo animo portando in
superficie i tesori meravigliosi condensati in esso dallo Spirito Santo e alimentati dalla
perseverante vicinanza dellEucaristia.
Le indagini meticolose della Congregazione vaticana per le cause dei santi,
mentre vagliarono lautenticità delle testimonianze rese alla virtù del Tadini,
concorsero ad evidenziare sempre maggiormente la statura eccezionale di questo Verolese
puro sangue.
Non è mia intenzione addentrarmi, qui, nella presentazione, né analitica,
né sintetica, delle sfaccettature della sua figura poliedrica. Per altro non lo saprei
neppure fare se non scopiazzando di qua e di là come per la composizione disarmo4ica di
un mosaico barocco. Mi limito, pertanto, ad esporre alcune considerazioni pastorali,
affidando la loro verifica a chi ne è interessato. Lo Spirito Santo assista e ispiri me e
voi.
1 - La prima di esse sottolinea che non soltanto a Assisi
(San Francesco), a Siena (Santa Caterina) a Torino (San Giovanni Bosco), a Foligno,
(SantAngela), a Cascia (Santa Rita) e in altri luoghi illustri possono spuntare i
cristiani eroici, ma anche a Verolanuova.
Lo Spirito del Signore passeggia sulla superficie della terra dispensando
doni eccezionali un po dovunque. Si tratta di accoglierli. Verola lo ha fatto ieri,
lo può fare anche oggi.
Su tutti i tornati della storia si combatte la lotta tra il signore della
notte e larcangelo del giorno e sempre dalla folla anonima dei buoni emergeranno
nomi nuovi di uomini eccezionali per virtù, veri capitani coraggiosi dellesercito
di Cristo.
Di ciò è speranza e profezia lesistenza di alcuni fenomeni
consolanti, quali, anche qui, il continuo spuntare di vocazioni verginali, in
unepoca nella quale la gioventù pare naufragare nel mare limaccioso della
sessualità disordinata, e lo sviluppo di un volontariato altruista, in una società che,
mitizzando il primato delleconomia, pare ricordare la biblica Babele dove, secondo
un midrash, se un uomo precipitava dalla torre, nessuno se ne accorgeva, mentre la rottura
di un mattone suscitava lamenti e pianto.
Verolanuova può ben essere la terra fortunata dove sotto il fluire dello
Strone, canale dal nome stridulo, scorra la limpida vena di un fiume carsico che convoglia
la simbolica ricchezza biblica del latte e del miele. Questa comunità ne possieda la coscienza e la speranza.
2 - Una seconda lama di luce è irradiata dalla memoria
del prete Tadini che, come pochi altri, seppe cogliere con tanta acutezza il valore umano
e cristiano del lavoro.
Chi si avvicina, per la prima volta, a Verola, è persino sorpreso dalla
ricchezza industriale che vi è insediata. Là dove, nel passato, si estendevano a vista
docchio campi di cereali e aree coltivate di foraggio per gli animali da stalla,
oggi sorgono molte officine artigianali e inoltre numerosi capannoni industriali dalle
ampie arcate; dove, ieri, isolate abitazioni di contadini oppure lunghi caseggiati
padronali erano invasi da mosche e tafani, oggi, le famiglie occupano dimore decorose
prospicienti su aie invase da enormi macchinari agricoli e da silos slanciati in
verticale
Come appaiono remoti i tempi nei quali il Tadini avverti
lopportunità di aprire una filanda per ovviare alla uscita dal proprio contesto
familiare di tante ragazze e poi creò un convitto per evitare alle operaie i disagi e i
pericoli del pendolarismo.
Egli fu mosso da sensibilità umana verso le persone avvinte dalla catena
delle necessità quotidiane e, congiuntamente, fu spinto da ansia apostolica per la
custodia delle loro virtù cristiane.
Così, in lui, la sua umanità splendidamente pura si spalancava a una
passione autenticamente evangelica e si protendeva a divenire slancio profetico, ispirato
alla logica che integra la verità con la carità.
Il ritmo del progresso, per stare al linguaggio rurale, ha liberato le
ruote del carro dalle zolle fangose e le ha spinte in avanti sul terreno solido.
Eppure la nostra terra è più che mai assediata da problemi che vanno in
direzione opposta alla letizia che la crescita delle possibilità economiche dovrebbe aver
portato. Molte ne sono le cause, ma indubbiamente una di esse è la materializzazione
dellattività lavorativa, cioè la spoliazione del lavoro del suo significato più
nobile e più elevante..
Si dice: il lavoro è per luomo, ma si dovrebbe doverosamente
aggiungere che anche il guadagno che se ne ricava è per luomo, considerato nella
sua integrale verità. I beni di fortuna faticosamente e onestamente guadagnati non
possono poi essere utilizzati insipientemente per il divertimento eccessivo e per
alimentare acriticamente il mercato del consumismo. Il desiderio del denaro non deve
trasformarsi in tale bramosia da spingere a eliminare gli spazi necessari per
leducazione personale e per alimentare la comunione in famiglia.
Questo vuoi richiamare il beato Tadini ai suoi compaesani e a tutti gli
uomini di buona volontà, questo vuoi intercedere dal cielo colui che ora, con accresciuta
limpidezza di visione, conosce le vie delluomo autentico e i sentieri della vera
gioia.
E congiuntamente lesempio e linsegnamento dei beato Tadini
chiedono che i cristiani si riapproprino della la concezione rivelata del lavoro; esso
venga da loro colto come atto di obbedienza a Dio creatore, come elemento di sviluppo e di
nobilitazione della persona, come gesto di offerta amorosa a Dio della fatica ad esso
connessa. Il cristiano è chiamato a portare nel momento Eucaristico, con lincenso
della sua adorazione, anche la mirra del suo sacrificio.
3 - Cari fedeli, le opere realizzate dal nuovo Beato
offrono anche utili indicazioni per limpostazione della azione pastorale della
Chiesa e per coloro che guidano politicamente o amministrativamente la comunità civile.
Alla comunità cristiana ricordano che ogni iniziativa di servizio deve
riguardare il bene di tutto luomo; il primato dello spirituale non comporta
disattenzione alle realtà corporali, anzi la mediazione del Vangelo implica il continuo
sguardo ai segni dei tempi e la proposta della salvezza eterna deve tenere conto della
situazione delluomo terreno.
Ogni chiesa locale è chiamata a discernere il sentiero percorribile dalla
persona nella propria situazione storica, cercando un equilibrio costante tra le esigenze
delluomo eterno e delluomo temporale.
Beninteso, la teologia della croce non può mai essere disattesa dal
credente in Cristo Gesù; essa la luce superiore alla quale ispirarsi e,
contemporaneamente, è il lievito da porre nella massa della storia.
Ponendosi allinterno ditale linea sapienziale, con il suo
temperamento severo e conforme alla sensibilità del suo tempo, il parroco Tadini
simpegnò curando che la logica del Vangelo incontrasse, elevandolo, il naturale
buon senso della gente.
Dal canto suo, lautorità civica è chiamata a promuovere una
legislazione volta alla umanizzazione del mondo del lavoro, nel rispetto dei principi di
sussidiarietà e di solidarietà, valorizzando gli apporti che, al fine della crescita
sociale, sono dati dalle singole istituzioni educative..
Come, per la Chiesa, la scelta del primato dello spirituale non può
significare trascuratezza per lelemento materiale della vita e non può far ignorare
il contributo dato dellautorità civica al bene comune, così, per questa, la cura
primaria delle strutture del servizio pubblico non può esonerarla dal considerare la
questione morale e, in particolare, leducazione del popolo alla stima per il lavoro
onesto e alla cura per il denaro ben speso.
4 - Il sacerdote Arcangelo Tadini istituì: una famiglia
religiosa femminile in funzione dellapostolato cristiano nellambiente di
lavoro; la congregazione delle Suore Operaie della S. Casa di Nazareth. Nelle sue
intenzioni, questa compagnia di umili e coraggiose testimoni del Vangelo messe fianco a
fianco di altre centinaia di lavoratrici doveva costituire una punta di diamante nel
settore della pastorale operaia. Ogni sorella era istituzionalmente garantita, quanto a
solidità spirituale, da una vita eucaristica intensa, mentre era protetta dalle insidie
della solitudine operativa missionaria mediante lappartenenza a una convivenza
familiare ordinata.
In tempi più recenti anche alcuni sacerdoti entrarono in fabbrica come
operai, senza però godere, per lo più, del supporto della vita comune. Altri presbiteri
si dedicarono, invece, completamente alla evangelizzazione delle fabbriche entrandovi come
cappellani.
Le esperienze diverse, nate tutte con buona intenzione, hanno sortito
risultati diversi.
Il Vaticano II, sottolineando vivacemente la specifica vocazione del
laicato a operare nelle realtà temporali, parla anche della sua presenza nel mondo del
lavoro considerato non soltanto come attività di fabbrica, ma nella sua accezione
universale.
Noi preghiamo per la Congregazione delle suore Operaie e apprezziamo la
ragione profonda della intuizione tadiniana: e cioè lopportunità che,
allinterno di un determinato ambiente di lavoro si costituisca un gruppo, presente
in modo informale e spontaneo, di amici cristianamente ispirati e apostolicamente
impegnati. Come esistono consigli di fabbrica, così, dirò con unanalogia lontana e
al di fuori di ogni utopia integrista antistorica, potrebbe esistere un gruppo di laici
cristiani liberamente uniti fra loro, i quali, regolarmente alimentati
dellEucaristia e sorretti da incontri fraterni, vi promuovano i valori della visione
cristiana del lavoro e i vincoli della solidarietà fraterna..
5- Unultima considerazione.
La santità non è innanzitutto unattività esteriore, bensì quella
dimensione dello spirito che sa ispirare, caratterizzare e sostenere lazione.
Il sacerdote parroco Tadini è stato proclamato beato non per le sue
illuminazioni profetiche e neppure tanto per lintensità e lampiezza del suo
ministero vissuto a Lodrino, a Noce e a Botticino sera. Lo è stato, invece, per il suo
amore straordinario a Dio e per lardore apostolico che. ha caratterizzato la sua
vicenda umana. A testimoniare siffatta verità stanno gli scritti riguardanti la sua
persona, ai quali non soltanto rimando, ma invito ad accedere con frequenza.
Qui mi limito a brevi accenni su quegli aspetti dellanimo del nuovo
Beato che sono adombrati dai testi biblici pocanzi letti e che lautorità
della Chiesa ha prescritto per la Messa votiva in suo onore.
a- Il primo di essi fa pensare alla conformità del cuore
del Tadini al cuore di S. Paolo.
Nel discorso di congedo rivolto agli anziani di Efeso, lapostolo
dichiara di aver cercato in mezzo a loro di rendersi utile in tutte le maniere, persino
lavorando con le proprie mani e mettendo a disposizione dei poveri i frutti della sua
fatica. Egli si è occupato soprattutto di annunziare il Regno di Dio, affidando alla
grazia la salvezza delle loro persone.
Lesempio di San Paolo interessa innanzitutto coloro che presiedono la
comunità cristiana; in tal senso è stato scritto:" Il prete è luomo che si
rompe il, cuore per Dio " (M. Buber) e non semplicemente uno degli impiegati della
Chiesa e, ancora, un santo ha sentenziato che le anime si conquistano. in ginocchio e con
le lacrime sante.
La preghiera di intercessione è la risposta alla parola di Gesù
"Chiedete e vi sarà dato" e scaturisce dalla fede che soltanto Lui è il
Salvatore.
Le lacrime sono lespressione più significativa delladesione
alla passione di Cristo per "completare ciò che ad essa manca a favore della
Chiesa".
Ora, , il sacerdote Arcangelo Tadini si inserì decisamente in questa
spiritualità dellapostolato della orazione e del sacrificio, così normale alle
convinzioni del suo tempo..
Se linfermità alla gamba gli impediva di assumere la posizione
genuflessa, tuttavia, come dice di sé S. Paolo, non gli negava di piegare le ginocchia
della mente davanti a Dio con la profonda umiltà dello spirito e con la fede incrollabile
nella presenza di Gesù nella Eucarestia.
"O meraviglia che si possa donare ciò che non si possiede, o dolce
miracolo delle nostre mani vuote". Ecco il valore dellapostolato della
preghiera!
"Il passaggio del momento contemplativo allazione pastorale,
scrive S. Tommaso DAquino, avviene non per modo di sottrazione, ma di
addizione" Don Arcangelo dimostrò di capirlo se scrisse : " Tutta la mia
scienza la croce ; tutta la mia forza la stola."
Il nuovo Beato concepì la Provvidenza divina non come una sorgente dalla
quale attendersi tutto passivamente, bensì come una realtà divina con la quale
collaborare. Per questo donò tutto il suo patrimonio familiare per la causa della
evangelizzazione e attuò un programma di azione indefessa che lo vide insegnante nelle
elementari a Lodrino, operatore di misericordia a Noce e di sostenitore della dignità
delluomo lavoratore a Botticino Sera.
Lo zelo per il bene delle anime, da implorarsi a prezzo del sacrificio
personale, lo condusse a dormire normalmente cinque ore per notte e a nutrirsi solo di
minestra, verdura cruda, decotto di avena e frutta.
b) Il secondo brano biblico proclamato , dal Vangelo
secondo Matteo , ci regala due brevi parabole sul regno di Dio: esso si sviluppa partendo
da una piccola dimensione, quale è quella di un granellino di senape; esso porta nel
mondo il fermento di una vita nuova. Tutto questo per la forza di Dio.
Il cristiano, perciò, pur non rimanendo con le mani in mano, deve vivere
di fede attendendo con pazienza il maturare della messe evangelica.
Il Tadini si collocò allinterno di questa logica quando promosse
iniziative in se modeste, come una Società di Mutuo Soccorso, una filanda e un pensionato
per operaie; e persino quando raccolse un esiguo numero di donne consacrate
allapostolato nel mondo del lavoro.
Poca cosa per le esigenze del mondo. Ma la fede gli ricordò che Dio
retribuisce persino per un bicchiere dacqua dato a Lui nella persona del bisognoso e
dunque tanto valeva fare questo nella prospettiva della sua eternità personale;
soprattutto gli disse che il disegno di Dio relativo allo sviluppo delle opere a lui
dedicate sarebbe rimasto misterioso. Occorreva abbandonarsi nelle mani della Provvidenza.
In realtà, il seme è cresciuto, la Congregazione delle Suore Operaie
della Santa Casa di Nazareth si è sviluppata e ora conta, anche alcune comunità, cariche
di dolci promesse, anche in America latina e in Africa.
Preghiamo perché essa, oltre la diffusione del Vangelo, promuova anche la
conoscenza del suo Fondatore. Anche la sua vita è annuncio di salvezza.
Concludo.
Pensando alla figura del nuovo Beato, noi troviamo in lui la risposta a
invocazioni come le seguenti: "Oh, esistesse davvero un vero prete (Sorel), un prete
prete (D. Giuseppe De Luca), un prete corpo e anima (Abbé Huvelin)". Don Arcangelo
Tadini lo è stato.
Dietro lui sè snodata una lunga teoria di preti nativi di questa
parrocchia la cui grandezza è nota solo a Dio. Mi piace ricordare soltanto uno di loro,
don Primo Mazzolari, il quale, acuto conoscitore della vicenda tadiniana e suo emulo
nellamore ai poveri, impresse alle sue parole la forza e talvolta la violenza della
profezia.
La schiera benedetta di questi sacerdoti si allunghi e si arricchisca di
figure insigni. Siano uomini capaci di porre le mani dei fratelli in quelle del Signore,
siano impegnati a rendere il mondo attento a Dio, stimolandolo con la testimonianza di
chi, per la fede lucida, vede lInvisibile.
Ora il Dio invisibile si è perfettamente manifestato a don Arcangelo
Tadini. Il Magistero papale, nella domenica 3 ottobre 1999, ce lha assicurato.
Verolanuova ne è straordinariamente felice. E canta gloria al suo Signore.
Amen
+ Bruno Foresti |