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Tadini sacerdote di preghiera
Un altro quadro ci presenta il Tadini in preghiera. Egli
frequentava quotidianamente la chiesa per la messa, ma anche per la visita al SS.mo
Sacramento, per le confessioni e per altre devozioni, fermandosi a lungo. Da questo
intrattenimento quotidiano con Dio, traeva le esortazioni ai suoi fedeli sulla necessità
della preghiera. Lo faceva col suo modo comunicativo, rivolgendosi con reiterate domande
allascoltatore.
"Che cosa vuol dire pregare? Creati che siamo da Dio,
circondati da tutti i suoi benefici, assediati da tanti bisogni, pregare vuol dire
gettarci in braccio al Padre di tutti i beni e gridargli: gran Padre della bontà, dateci
tutto voi, che da voi solo possiamo aspettarci tutto il bene.
Che vuol dire pregare? Con tante colpe sullanima,
sopra labisso di una eternità spaventosa e lì già sull orlo dal quale
stiamo precipitando, pregare vuol dire emettere un grido atterriti: gran Dio della
misericordia, salvateci voi, altrimenti noi siamo dannati.
Che vuol dire pregare? Creati per il paradiso e caduti in
queste miserie, pregare vuol dire guardare il cielo e dire sospirando col pianto: Signore,
non ci possiamo arrivare.
Con tante piaghe che ci straziano il cuore, pregare vuol
dire gettarci ai piedi del gran medico delle anime nostre e gemere: caro Gesù fateci
piovere dalle vostre piaghe, sulle piaghe nostre, il balsamo del vostro sangue, per non
lasciarci morire di mala morte.
E, non si vede da questo lutilità della preghiera?
Non è forse lorazione che a Dio ci avvicina e ci
mette in una felice corrispondenza con lui?
Non è lorazione che ci riconduce a
quellutilissimo sentimento della grandezza infinita e della dipendenza nostra, della
bontà del nostro padre e della nostra miseria?
Non è lorazione quel vincolo che ci tiene in comune
rapporto? Che unisce la Chiesa della terra alla Chiesa del cielo e che nella Chiesa
militante tutti raccoglie in una medesima speranza, i fedeli?
Non è per lorazione che noi professiamo la fede, che
ravviviamo la speranza, che accresciamo gli ardori della carità?
Non è la preghiera il sospiro delle anime innamorate dello
sposo celeste?...".
La preghiera permea la giornata, le occupazioni consuete,
stando presenti a Dio per consuetudine di amore, respirando in Dio.
"La preghiera. Ecco il mezzo ordinario per ottenere da
Dio qualsiasi dono naturale, soprannaturale. Ecco il mezzo universale più breve, più
facile di tutti. La preghiera è per luomo, assoluto bisogno, respiro
dellanima, latmosfera dellanima in Dio vivissimo [...]
E Gesù apposta ci dice di pregare sempre. Non quella
preghiera propriamente detta, perché tutti abbiamo impegni, ma quel respirare in Dio,
cioè la nostra mente è elevata a Dio, indirizzare le nostre azioni, conformarci alla sua
volontà, specialmente nelle tribolazioni. Necessaria e altrettanto potente. Ecco la forza
del debole... La preghiera è la forza del debole, quanto più uno è debole, tanto più
è possente la preghiera. La donna finché prega è regina".
Nel quadro del Tadini orante nella sua chiesa, emergono
anche le famiglie, i genitori, i giovani, in preghiera, nelle loro case, invitati dalle
parole del Beato.
"Avvertite, o padri, che voi con la vostra famiglia,
siete in mezzo ai nemici peggiori di Mosé col suo popolo; se non terrete costantemente le
mani giunte verso il cielo, sarete vinti. Giovani, ricordate che, a cagione della vostra
età, voi siete in mezzo ad un fuoco più crudele di quello in mezzo al quale furono
gettati i tre fanciulli di Babilonia; se non loderete e benedirete Dio di cuore, brucerete
vivi.
Fanciulle, voi avete in capo una più bella corona che non
avesse Ester; ma ricordatevi che un più perfido Amman vi insidia la vita; se non
domanderete continuamente aiuto a Dio, da regine diventerete fantesche.
Uomini tutti di ogni condizione, avvertite, ricordatevi che
voi vivete fra le licenze, fra i mali esempi, fra i consigli perniciosi dun mondo
infame e, per conseguenza vi trovate in una fossa di leoni famelici più di quelli in cui
si trovava seppellito Daniele, se non pregherete sarete sbranati".
Solenni momenti di preghiera erano, a Botticino Sera, le
Quarantore (dalla domenica delle Palme al martedì santo), per le quali il Tadini si
faceva coadiuvare da predicatori sacerdoti forestieri e dai frati di Rezzato; il mese del
S. Cuore (aveva acquistato una statua del S. Cuore esponendola alla venerazione dei
fedeli, avviandoli alla celebrazione del mese a lui dedicato e del primo venerdì del
mese); il mese Mariano (a novembre fino all'Immacolata, poiché i contadini erano meno
impegnati nei lavori dei campi).
(continua) |