Parrocchia angelodiverolaSan Lorenzo Martire in Verolanuova

Arcangelo Tadini

Canonizzato il 26 Aprile 2009 da Benedetto XVI | proclamato Beato il 3 ottobre 1999 da Giovanni Paolo II

 


Ricerche di don Mario Trebeschi

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Tadini sacerdote di preghiera

Un altro quadro ci presenta il Tadini in preghiera. Egli frequentava quotidianamente la chiesa per la messa, ma anche per la visita al SS.mo Sacramento, per le confessioni e per altre devozioni, fermandosi a lungo. Da questo intrattenimento quotidiano con Dio, traeva le esortazioni ai suoi fedeli sulla necessità della preghiera. Lo faceva col suo modo comunicativo, rivolgendosi con reiterate domande all’ascoltatore.

"Che cosa vuol dire pregare? Creati che siamo da Dio, circondati da tutti i suoi benefici, assediati da tanti bisogni, pregare vuol dire gettarci in braccio al Padre di tutti i beni e gridargli: gran Padre della bontà, dateci tutto voi, che da voi solo possiamo aspettarci tutto il bene.

Che vuol dire pregare? Con tante colpe sull’anima, sopra l’abisso di una eternità spaventosa e lì già sull’ orlo dal quale stiamo precipitando, pregare vuol dire emettere un grido atterriti: gran Dio della misericordia, salvateci voi, altrimenti noi siamo dannati.

Che vuol dire pregare? Creati per il paradiso e caduti in queste miserie, pregare vuol dire guardare il cielo e dire sospirando col pianto: Signore, non ci possiamo arrivare.

Con tante piaghe che ci straziano il cuore, pregare vuol dire gettarci ai piedi del gran medico delle anime nostre e gemere: caro Gesù fateci piovere dalle vostre piaghe, sulle piaghe nostre, il balsamo del vostro sangue, per non lasciarci morire di mala morte.

E, non si vede da questo l’utilità della preghiera?

Non è forse l’orazione che a Dio ci avvicina e ci mette in una felice corrispondenza con lui?

Non è l’orazione che ci riconduce a quell’utilissimo sentimento della grandezza infinita e della dipendenza nostra, della bontà del nostro padre e della nostra miseria?

Non è l’orazione quel vincolo che ci tiene in comune rapporto? Che unisce la Chiesa della terra alla Chiesa del cielo e che nella Chiesa militante tutti raccoglie in una medesima speranza, i fedeli?

Non è per l’orazione che noi professiamo la fede, che ravviviamo la speranza, che accresciamo gli ardori della carità?

Non è la preghiera il sospiro delle anime innamorate dello sposo celeste?...".

La preghiera permea la giornata, le occupazioni consuete, stando presenti a Dio per consuetudine di amore, respirando in Dio.

"La preghiera. Ecco il mezzo ordinario per ottenere da Dio qualsiasi dono naturale, soprannaturale. Ecco il mezzo universale più breve, più facile di tutti. La preghiera è per l’uomo, assoluto bisogno, respiro dell’anima, l’atmosfera dell’anima in Dio vivissimo [...]

E Gesù apposta ci dice di pregare sempre. Non quella preghiera propriamente detta, perché tutti abbiamo impegni, ma quel respirare in Dio, cioè la nostra mente è elevata a Dio, indirizzare le nostre azioni, conformarci alla sua volontà, specialmente nelle tribolazioni. Necessaria e altrettanto potente. Ecco la forza del debole... La preghiera è la forza del debole, quanto più uno è debole, tanto più è possente la preghiera. La donna finché prega è regina".

Nel quadro del Tadini orante nella sua chiesa, emergono anche le famiglie, i genitori, i giovani, in preghiera, nelle loro case, invitati dalle parole del Beato.

"Avvertite, o padri, che voi con la vostra famiglia, siete in mezzo ai nemici peggiori di Mosé col suo popolo; se non terrete costantemente le mani giunte verso il cielo, sarete vinti. Giovani, ricordate che, a cagione della vostra età, voi siete in mezzo ad un fuoco più crudele di quello in mezzo al quale furono gettati i tre fanciulli di Babilonia; se non loderete e benedirete Dio di cuore, brucerete vivi.

Fanciulle, voi avete in capo una più bella corona che non avesse Ester; ma ricordatevi che un più perfido Amman vi insidia la vita; se non domanderete continuamente aiuto a Dio, da regine diventerete fantesche.

Uomini tutti di ogni condizione, avvertite, ricordatevi che voi vivete fra le licenze, fra i mali esempi, fra i consigli perniciosi d’un mondo infame e, per conseguenza vi trovate in una fossa di leoni famelici più di quelli in cui si trovava seppellito Daniele, se non pregherete sarete sbranati".

Solenni momenti di preghiera erano, a Botticino Sera, le Quarantore (dalla domenica delle Palme al martedì santo), per le quali il Tadini si faceva coadiuvare da predicatori sacerdoti forestieri e dai frati di Rezzato; il mese del S. Cuore (aveva acquistato una statua del S. Cuore esponendola alla venerazione dei fedeli, avviandoli alla celebrazione del mese a lui dedicato e del primo venerdì del mese); il mese Mariano (a novembre fino all'Immacolata, poiché i contadini erano meno impegnati nei lavori dei campi).

(continua)




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