Di una virtù ci parla in questoggi lodierno
Vangelo quanto nobile altrettanto disprezzata, quanto necessaria altrettanto sconosciuta
io intendo dirvi qualche cosa in questa mattina dilettissimi fratelli. Di una virtù che
sconosciuta prima al mondo intero, nacque in Nazareth e si perfezionò in Betlemme. Di una
virtù che seppe compire il prezioso mistero della nostra salute. Di una virtù che attira
sopra chi la esercita le grazie tutte e i doni di Dio. Di una virtù che è tanto
necessaria alluomo per salvarsi quanto è necessario il 5. Battesimo. Di una virtù
che Gesù Cristo se la tenne sempre per sua prediletta e intorno alla quale lavorò tutta
la sua vita mortale. Di una virtù che è il fondamento di tutte le altre non solo, ma
anzi senza di essa non vi può essere vera ed assoluta virtù. Intendo dirvi alcun che di
una virtù che cambia gli stessi vizi e difetti in suo vantaggio, per ingrandire chi la
esercita, per renderne più facile la pratica. E qual è questa virtù. E la santa
umiltà. Si, lumiltà è virtù tutta propria del Cristianesimo, portata da Gesù
Cristo sulla terra, da prima non si conosceva. E chi si vantava di esercitarla non avea
altro che una fina superbia che figurava al di fuori per umiltà, ma nutriva e fermentava
nel fondo del cuore lorgoglio.
Molti facilmente singannano nel giudizio che formano
di questa virtù, facendola consistere in certe esteriorità, le quali sono piuttosto
segni di umiltà, che lumiltà stessa. Mi spiego: darsi a vedere non curanti
donori e distinzioni, trattare gli altri con affabilità e cortesia, tenersi negli
ultimi posti, parlare bassamente di sé medesimo, queste ed altre simili dimostrazioni si
dicono atti dumiltà se in essi si cerca internamente il nostro abbassamento; ma se
con questi si mira a procacciarsi onori, non è più umiltà ma finissima superbia sotto
le umili sembianze. S.Girolamo dice che molti sono gli umili dapparenza, ma pochi i
veri. Quanti che hanno tutta lumiltà sulla
lingua a sentirli son gran peccatori, son buoni a nulla, e affatto privi di sapere, di
meriti e di abilità, ma fate un poco che taluno dica loro quello che essi dicono, e
vedrete come sadireranno. Ecco smascherata la loro falsa umiltà.
Lumiltà non è unesterna dimostrazione ma
bensì un sentimento interno dellanimo il quale può manifestarsi anche al di fuori
ma ha la sua sede nellinterno, e quindi consiste nel conoscere la nostra bassezza e
il nostro niente, e quindi desiderare dessere disprezzati. Fintanto che noi crediamo
dessere qualche cosa non potremo mai essere umili. Bisogna adunque persuaderci che
quelle tali prerogative che ci fanno insuperbire, o non le abbiamo, e se... non m quel
grado, e se anche... non sono roba nostra. E qui la fede ci mostra che guardandoci da capo
a piedi non troviamo nulla che possa lusingare il nostro orgoglio nulla ne allordine
della natura ne in quello della grazia.
Nellordine della natura. Lo splendore della nascita,
la ricchezza, i beni, la santità, lavvenenza, il talento, tutto ci venne da Dio.
Nellordine della grazia. Le virtù, i meriti e le
opere buone sono doni di Dio, senza il cui aiuto non siamo capaci di concepire un buon
desiderio, di formare una buona risoluzione e di avere tampoco un buon pensiero.
Qual motivo abbiamo pertanto dinsuperbirci se del
nostro non abbiamo che lignoranza, la malizia, la debolezza ed il peccato in quanto
allanima, in quanto al corpo il fango e la polvere. Quale assurdità gloriarsi di
ciò che non è nostro, e quale ingiuria a Dio. E perché non desidereremo dessere
disprezzati, che in allora si opera secondo giustizia?
Lumiltà adunque consiste nel riconoscere tutto da
Dio, nel diffidare sempre di noi medesimi. Hai tu proprio deciso, diceva
SantAgostino a sé medesimo, di volerti far santo e salvarti? Ledificio è
lato, imponente la fabbrica, e ad imitazione del bravo architetto, profonde ne devi gettar
le fondamenta, e sodo devi cercar il terreno. Che se mi domandi qual sia il primo
fondamento, io ti rispondo che è lumiltà, e se mi chiedi il secondo, ti ripeto
lumiltà, e se il terzo e se cento volte me lo chiedi, io batterò sempre lo stesso
chiodo e dirò sempre lumiltà. (Sì, datemi un uomo umile e vi do un santo. Come il
superbo non è altro che un tizzone acceso, che andrà a consumarsi nei bruciori eterni
dellinferno; così lumile è un fior peregrino e odoroso che verrà
trapiantato da questa terra per poggiare sul seno di Dio. Che cosa può mai fare
lumile che non piaccia sommamente a Dio). E già bisogna pur dire che lumiltà
sia una virtù al sommo necessaria se Gesù Cristo nellodierno evangelo la mise per
condizione indispensabile per salire al Cielo. Qui se umiliat exaltabitur. Lumiltà
ci solleverà a Dio ci esalterà nello splendore della gloria. Oh grande virtù, bella
umiltà! Fortunata quellanima che ti possiede, ella ha un gran pegno di
predestinazione, ella ha in mano la chiave del cuore e delle porte del Paradiso.
E qui sono costretto a dirvi che quanto è bella questa
virtù, altrettanto è trascurata, quanto è necessaria altrettanto non conosciuta.
Mettiamoci dunque ad istruirci su questa grande virtù, vedendo prima di conoscere
chiaramente che cosa sia questa umiltà, e poi di mano in mano toccarne i pregi e
distinguerne i gradi.
Ragionandosi di umiltà la gente crede che sia questa una
virtù da lasciare ai perfetti, da chiuderla nei chiostri, che sia una virtù di puro
consiglio, e non necessaria alla salute. Ah miei cari, se noi la pensiamo così siamo
ingannati, bisogna disilludersi: senza umiltà non si entra in Cielo, ella è virtù
indispensabile per chi vuol essere cristiano, vale a dire seguace di Gesù Cristo:
Figliuoli miei, dice Gesù Cristo nel Santo Evangelo. discite a me quia mitis sum et
humillis corde. E un giorno che avea intorno a sé vari bamboli e li accarezzava disse
chiaro: Figliuoli se voi non vi farete umili come questi bambini, voi non potrete aver
parte nel mio regno. E notiamo che non parla di consigli o di cose migliori, ma dice non
intrabitis. E la sentenza con la quale chiude Gesù Cristo la parabola che si legge nel
Vangelo della presente domenica. Qui se umiliat exaltabitur, et qui se exaltat
humiliabitur, non è abbastanza chiara a far conoscere lindispensabilità duna
tale virtù? Poiché quale è mai questa esaltazione che toccherà agli umili, a quale
avvilimento andranno soggetti i superbi? Certo anche a questo mondo alcune volte gli umili
sono esaltati e i superbi sono umiliati, oh ma i premi e i castighi di questa vita non
sono che una pallida immagine, una smorta figura dei premi e dei castghi dellaltra
vita.
No, non è questo lo scopo di Gesù Cristo nellodierno
Evangelo dinsegnarci a schermire una confusione o procurarci un applauso mondano,
che a nulla giova, ma è di premunirci a riparare preventivamente leterno
avvilimento che toccherà ai superbi e meritarci quella gloria eterna che è preparata
soltanto agli umili. Qui se umiliat exaltabitur. Umiliarsi adunque, o miei cari,
confondersi nel nostro nulla, nella nostra miseria è assolutamente necessario se vogliamo
avere parte felice alla gloria eterna lassù in cielo. Questa verità sarebbe bene la
meditassero certe anime che si credono montare in cielo a furia dinconcludenti
devozioni, e intanto colla riputazione di divote, si fanno lecito di criticare,
sentenziare, come giudici di tribunali.
A questa verità non vi badino soltanto i superbi che per
loro è già pronunciata la sentenza; qui se exaltat umiliabitur, ma anche certe anime
date ad alcune pratiche di devozione, cui basta una paroluccia per offenderle, e non son
capaci di sostenere qualche cosa che umilia un po lamor proprio (poiché come
è possibile pregare mancando il sentimento dellumiltà). I superbi non avranno il
Paradiso, ma se non ci umilieremo come sara possibile essere esaltati? Lumiltà è
il fondamento di tutto. Lumile ha in mano la chiave del cuore di Dio e può ottenere
tutto quello che vuole. Oratio humilis penetrat coelos. La preghiera dellumile monta
al mio trono cosi gradita che mi fa violenza al cuore e mi costringe ad aiutarlo. E Davide
ne era sì sicuro che dal fondo di sua miseria ripeteva. Cor contritum et humiliatum Deus
non despiacies: No, no o Signore tu non disprezzi il cuore dellumile. E la vediamo
limmensa bontà che Gesù adoperava, con quelli che umili ricorrevano a Lui, per
essi mai una parola di rimprovero, dimenticava in un tratto tutti i loro peccati, li
colmava subito di carezze, faceva loro tanta festa da ingelosirne gli stessi giusti. E la
Maddalena e Zaccheo e il Buon ladrone poteano essere accolti meglio se fossero stati
giusti? Quanta bontà, quanta tenerezza, non un uomo solo che fattosi a Gesù con umiltà
ne abbia avuto un rimprovero; Oh no i rimproveri sono riservati ai Farisei a quella gente
orgogliosa piena di se, per costoro pare che il Cuore di Gesù si cangi e la sua mano li
respinga sdegnosamente.
Certo dice San Francesco di Sales, si guadagna assai più
con un po di umiltà, che con molte altre cose. Un giorno Santa Geltrude, sentiva
dentro una certa pena; dovea accostarsi alla santa Comunione e non era capace di mandare
avanti un po dapparecchio, era angustiata e si umiliava davanti a Dio; e il
Signore le disse: Geltrude tu mi hai reso più gloria colla tua umiltà, che colla tua
divozione, ed io gradisco meglio lomaggio del cuor umile che dellanima
fervente. Ah si, gli umili piacciono sommamente a Dio, epperò egli volentieri si abbassa
con loro, ad essi versa i suoi tesori; quanto più lanima diventa vile davanti agli
uomini, e tanto più diviene grande agli occhi di Dio. Non cè pericolo di eccedere
in questa virtù, immaginate una porta che abbia larchitrave assai bassa, chi
allentrarvi si china troppo non perde nulla ne incontra disgrazia alcuna, ma se fa
grazia a chinarsi, non mancasse che un dito solo, dà nella trave e si rompe il capo; la
porta del cielo dice Gesù Cristo è angusta molto, conviene darsi dentro a capo chino e
dimesso, e quanto più luomo si umilia, tanto più è sicuro di potervi entrare. Che
se dunque questa santa umiltà è si necessaria per salvarsi, che non è solo virtù di
Religiosi ma di tutti i cristiani, se tutti dobbiamo esercitarla che cosa è?
Lumiltà è una virtù che ci fa pensar di noi con giusto criterio.
Dentro di noi abbiamo tutti chi più, chi meno un po
di buono, un po di cattivo. La superbia ci rappresenta dinanzi quel po di bene
che abbiamo, e tenendo con una mano nascosti i difetti, e collaltra guarda quante
belle doti possiedi, e ce le ingrandisce ed esalta come fossero roba nostra e non doni di
Dio. Così ingannato luomo sesalta, sinvanisce e pretende riguardi,
disprezza gli altri, si vanta. Lumiltà tiene invece un linguaggio più sincero
collanima, e le spiega la cosa tale e quale è difatti: guarda le dice, tu hai pure
quella dote, ma hai pure anche questo e quellaltro difetto, la dote non è cosa tua,
ma è dono di Dio, e quel difetto è proprio frutto del tuo orto, e lanima
scorgendosi così povera, o per lo più ricca di roba altrui perde la voglia
dinsuperbirsi, e dice con intima persuasione del cuore io sono un nulla, son proprio
niente.
Da questo voi potete intendere che ad essere umile non è
bisogno di fingere con noi medesimi miserie e peccati, che la virtù non si appoggia su
false idee, ma sopra fatti veri e reali: lumiltà non vuoi altro che farci conoscere
quali siamo realmente davanti a Dio; non vuol altro che noi senza illudersi senza
ingannarsi abbiamo a pensar giustamente.
Sentendo stamattina dire che è necessario riconoscere la
nostra miseria, e quindi lasciata ogni pretesa permettere dessere tratta per quel
che siamo, ad alcuno sarà venuto pensiero che queste sono cose da pulpito, ma che per
stare al mondo occorre ben altro. Essere umile non vuoi dire essere sciocco, vile, paura e
viltà son vizi, umiltà virtù. Per vivere nel mondo sarà necessario crederci quel che
non siamo? Ma già gli umili sono derisi Ma non fu cosi anche Gesù Cristo e chi vuol
seguirlo bisogna sia disprezzato (mettete uomo che sembri bestia. Confrontiamoci.
Cristiano si vanta bellezza, ma non è sua, altro fortezza ecc., altro scienza, altro
ricchezze, altro nobiltà, ma non sono tutti doni di Dio, se non te li dava come li
avresti. Se ci faceva nascere così che cosa avremmo fatto.
Ma così non si diventa buoni a nulla. Oh questa è grossa,
chi si fida di Dio, buono a nulla? Le opere grandi si fanno dagli umili, i superbi....
Davide non conosce orgoglio, ma come è forte! La fortezza di Davide poggia
sullumiltà.
E ma che fanno gli umili: