SANTA CROCE
Omelia
I pagani si erano affaticati a cancellare
la memoria della risurrezione di Gesù Cristo, turando la grotta del Santo Sepolcro,
alzandovi sopra un gran monte di terra, lastricando di pietre la sommità, e fabbricando
lì un tempio a Venere, offrivano sacrifici allidolo, affinché anche i cristiani
ladorassero quando venivano in questo luogo per adorare Gesù Cristo. E Gesù da
sovrano dei sovrani, illumina la mente di Costantino e gli fa capire che avrà vittoria
completa, col segno della croce, lottiene difatti, e le armi romane in nome delle
quali è stato condannato alla morte di croce si segnano della croce; e via le aquile, vie
le bisce, via i monogrammi, sinalbera la croce, si distende la croce, si porta la
croce.
Costantino ordinò che vi fosse fabbricata
una magnifica Chiesa e raccomandò a Macario Vescovo che vincesse in bellezza ogni
edificio delle altre città.
S. Elena volle assumere in persona il
carico dellesecuzione. Essa a ottantanni disponeva tesori per far largizioni
ed elemosine; assidua alle Chiese, le addobbava di vari ornamenti, ed essa nelle adunanze
religiose si mostrava in abito semplice e modesto confusa tra il popolo.
Nonostante lavanzata sua età si
recò a visitare i luoghi Santi prendendo cura dornarli di sontuosi edifici. Appena
fu a Gerusalemme, fece atterrare il tempio e il simulacro di Venere che profanavano il
luogo della Croce e della Risurrezione, poi fatta levare la terra, tanto a fondo si scavò
che fu scoperto il Santo sepolcro, e accanto a quello, tre croci sotterrate .Non si sapeva
quale delle tre fosse quella del Salvatore e San Macario fece portare le croci in casa di
uninferma ridotta agli estremi ed qui, con molte preghiere, applicò su di lei una
dopo laltra le croci; quando fu toccata dalla terza, si trovò del tutto risanata.
Con quella croce cerano liscrizione e i chiodi, che furono poi spediti
allimperatore con parte della croce, il resto fu lasciato a Gerusalemme allegato in
un arca dargento. Qui venne innalzata la Chiesa del Santo Sepolcro.
La Croce! Quanto è grande Iddio! La Croce,
oggetto dignominia e di vergogna... Croce!... Ecco il vessillo più glorioso. Oh
uomini, abbassate le vostre aquile, le vostre lance, i vostri emblema, le vostre insegne.
Abbassate la fronte, chinatevi fino a terra. Ecco la Croce, il vessillo di Dio. Fate
luogo, venerate, adorate è il vessillo di Dio. E che, è forse idolatria venerare la
croce? No, la nostra adorazione non si ferma al legno, ma su, su, sale agli arcani Divini,
il nostro pensiero simmerge in Dio. Gesù Cristo vive, Gesù Cristo vince, Gesù
Cristo regna; ma questo regno Gesù Cristo conquistò con la croce, con la Croce lo
propagò, con la Croce lo conserva. E la Croce che eccita in noi una tenera
rimembranza di quel Dio che ci ha amati fino a darsi per noi alla morte, e alla morte di
Croce. Non adoriamo il legno come legno, ma laltare sul quale è stata immolata la
vittima damore, luomo Dio, Gesù Cristo. Adoriamo quel sangue preziosissimo
che tutta lha intinta,., quelle mani, quei piedi che traforati dai chiodi quasi
innestarono in essa le Divine virtù.., adoriamo quel corpo, opera dello Spirito Santo,
frutto del seno della Vergine, che sopra la Croce chinato il capo rese lo spirito.
Alla Croce dunque o fratelli il nostro
sguardo, Eva ai piedi dun legno ci ha traditi, ai piedi di questo legno impareremo a
salvarci. Essa è la verga misteriosa e miracolosa di Mosè, che trionfa sul Faraone e lo
sommerge con tutto il suo esercito nel mare. E il misterioso serpente di bronzo la
cui sola vista basta a guarire tutte le piaghe e le nostre mortali ferite.
O Croce tutta tinta del sangue di Gesù, o
Croce Santa, ara di pace, sorgente di misericordia, asilo degli afflitti, rifugio dei
peccatori, speranza, gloria e consolazione dei cristiani, ricevi in questo giorno solenne
i pubblici omaggi che in ringraziamento dei benefici della campagna un popolo intero va a
gara nel renderteli. Per te o croce la terra si è pacificata con il Cielo; per Te Gesù
ci ha tratti dai peccato alla grazia, dalla morte alla vita, dalla terra ai Paradiso.
Guardiamo dunque alla Croce, memori però
che al Giudeo, sembrò uno scandalo e al gentile una stoltezza. Gesù sulla croce è
spogliato perfino delle sue vesti! Quale spettacolo! Gesù che riveste i gigli del loro
candore, e fregia i fiori dei campo della Sua grazia, Gesù spogliato dei suoi abiti! Quel
corpo adorabile formato dallo Spirito Santo nel seno della Purissima Vergine di fronte la
quale non regge la stessa purità degli Angeli, esposto agli sguardi impuri duna
barbara soldatesca. Oh Cherubini, stendete le vostre adorate ali a nascondere e coprire il
vostro creatore e Re in sì vergognosa nudità. No. Gesù vuole insegnarci che per andare
al Cielo bisogna distaccare il cuore da tutte le cose terrene, è necessario il totale
spogliamento. Vuoi dare una solenne condanna alla vanità, ai lusso, allambizione,
alla mollezza, mostrando il suo corpo tutto una piaga.
Gesù sulla Croce è in mezzo a due
ladroni, ai piedi i crocifissori, gli gridano: Tu che salvasti gli altri salva te stesso..
.Se sei Figlio di Dio, discendi dalla Croce...
O Angeli dei Cielo difendete lonore
del Figlio di Dio, del Re della gloria... Così Gesù condanna la superbia, così onora i
disprezzi, le umiliazioni. Ma ciò non è tutto. La Croce ci ricorda che quel corpo già
fatto una piaga per la flagellazione, sfinito di sangue e di forze per il grave peso che
più volte lo fece cadere, fu gettato sopra di essa da inumani carnefici, stirato,
dislogato, per stenderlo su quel letto di dolore; alle piaghe si aggiungono novelle
piaghe, i chiodi trapassano le mani ed i piedi, e sollevato in alto si rinnovano gli
spasimi, si dilatano le ferite, si moltiplicano gli strazi.
Oh Croce, o Croce, tu vedesti
quellanima Santa in quel mare di tristezza e di affanno, numerasti i colpi dei
martello, contemplasti quei volto, tutto tinto di sangue, impallidire, chinare la fronte,
chiudere gli occhi, morire. Tu che sostenesti quel corpo esanime, innalzato tra il Cielo e
la terra, mentre si oscurava il sole, si aprivano i sepolcri, si squarciava la volta dei
tempio, tu, insegna a noi quello che dobbiamo imparare.
Sì, la Croce, dopo averci mostrato lo
spogliamento totale, il disprezzo profondo, lamaro strazio del corpo di Gesù, ci è
di grande insegnamento.
A dir vero, le azioni di Gesù furono tutte
dimostrazioni, insegnamenti; ma donde ci ammaestrò in maniera più efficace e perfetta
che dalla Croce? Da questa ci apprese le verità più rilevanti, i misteri più sublimi,
le virtù più eroiche. E prima non cinsegna la sua misericordia? San Giovanni
esclama: Mirate fino a qual segno Iddio ha amato il mondo, da farci dono del suo Figliolo
condannandolo alla morte e alla morte di Croce per la salute degli uomini.
O voi che ad una mancanza superficiale
andate lamentandovi di Dio quasi non sia misericordioso, venite qua, contemplate la Croce,
e poi ripetete; Cosa fa Iddio? Egli è sulla Croce straziato dai dolori, morto per te.
Ecco, cosa fa Iddio e tu non lo ami.
La Croce insegna quanto il peccato sia un
grande male. Gli Angeli ribelli appena acconsentito ai pensiero di superbia vengono
precipitati in un abisso eterno di dolori. Adamo scacciato dal Paradiso, condannato alla
morte, con tutti i suoi posteri. il mondo sepolto nelle acque dei diluvio. Sodoma e
Gomorra, consunte dal fuoco, il Faraone inghiottito con lintera sua armata nei
flutti del mar Rosso. 600.000 Israeliti sterminati nel deserto, sono tutti esempi
terribili del gran male che è il peccato e di quanto Dio lo abbia in odio. Quando vediamo
un Dio, il Figliolo adorabile del Padre, loggetto delle sue eterne compiacenze, Io
vediamo percosso, piagato, spirare sotto i colpi della divina giustizia, e quasi infranto
io vediamo fatto lobbrobrio delluomo, labiezione della plebe; quando si
considera che Egli non aveva commessa la colpa ma solo coperto delle apparenze del
peccato, allora intendiamo che se Iddio non ha risparmiato i colpi della giustizia, sul
Santo dei Santi, li risparmierà su noi peccatori quali siamo? Povero infelice quel
cristiano che si dispone al peccato cercando di persuadersi che non sia gran male il
peccato. Oh quale cambiamento, quando si troverà davanti a Dio e vedrà invece in tutto
il suo orrore la bruttezza la deformità del peccato! Oh che ci illumini adesso la Croce!
Oh impariamo adesso a detestano, aborrirlo.
Fratelli, se noi diamo unocchiata al
mondo, che cosa vediamo? In generale, laffannarsi, un correre dietro a cose
momentanee, passeggere del mondo. Per queste i sacrifici, i sudori; per il vero interesse,
per le cose preziose, per le eterne: nulla.
Tutto per la terra, niente per il Cielo.
Avviciniamoci alla Croce ed ai piedi di
questa impareremo a conoscere il prezzo infinito dellanima nostra.
Vedete Gesù sullerta dei Calvario,
caduto sotto il peso della Croce, eccolo bocconi in terra che non può più reggere;
avvicinatevi, domandate a Gesù; ma perché tanti strazi? Ed Egli alzando il languido
sguardo vi dirà: Per salvarti lanima. Seguendo la striscia fumante di
sangue, che disegna dove è passato Gesù, eccovi ai Calvario, e vedendolo confitto in
Croce, in mortale agonia, domandategli: "Voi che siete il Re della gloria perché
state in questo stato?" Per salvarti lanima.
E chi sbaglierà o fratelli? Gesù
crede meritevole per lanima lasciare la vita in mezzo ai più atroci tormenti,
spirare su dun tronco infame, spogliato deriso. E noi per essa non vogliamo
scomodarci un momento? Egli che tutto sa, lascia tutto per lanima; e noi che nulla
sappiamo, lasciamo lanima per non lasciare qualche cosa del mondo. O quali sublimi
ammaestramenti ci dà la Croce!
Un ultimo pensiero. La Croce non è solo la
cattedra donde ci ammaestra, ma anche il trono glorioso da cui regna. E qual trono di
gloria può essere mai una Croce, destinata al supplizio dei più infami malfattori?
Eppure, mai regia Maestà rifulse con tanta pompa, quanto Gesù con la Croce. Sì, nulla
adegua la possanza e limpero di Gesù sulla Croce. Comincia a farsi riconoscere come
Re da colui che lo condanna a morte, facendo scrivere sulla croce il titolo: Re dei
Giudei. Ai suoi fianchi ha due ladroni e da sovrano dispone della loro sorte eterna.
Alluno gli assicura il Paradiso, e laltro lascia precipitare
nellinferno. Dalla Croce il Sovrano dei Cuori converte il Centurione ed alcuni suoi
carnefici che discendono dai Calvario picchiandosi il petto e tra pianti e singhiozzi
gridano, Veramente costui era Figlio di Dio. Sovrano della natura mentre spira la
commuove, la scrolla, la fa fremere tutta quanta.
Egli muore ma tutta la natura si duole
della sua morte.
Dove troviamo un Re più potente, che muore
quando vuole, come vuole, e con la sua morte soqquadra tutto lUniverso? Muore e
morendo distrugge la morte; si spoglia di tutto, e di tutto diventa il Padrone; si umilia
e viene esaltato; obbedisce fino alla morte, ed obbedendo comanda; facendosi debole
diventa forte; ha le mani inchiodate e guida gli avvenimenti; ha i piedi inchiodati e si
porta dovunque. Dice a nobili donzelle: Rinunciate alle nozze e vi rinunciano, ai
ricchi: lasciate le sostanze ed essi si gloriano di farsi poveri per amor suo.
Lasciano le comodità, gli agi i piaceri e con la maggior contentezza corrono nei deserti.
Egli io dice appena, e si preferiscono le carceri ai palazzi, gli ospedali alle danze, la
povertà alle ricchezze, il disprezzo agli onori. Presenta la croce e migliaia e milioni
labbracciano, la baciano, la stringono, e se possono morire sopra di essa un solo
pensiero li turba: Non sono degno; non merito, troppo onore mio Dio poter morire sulla
croce.
Egli è morto e la sua Croce è confusa con
le Croci dei due ladroni, è sotto terra. Fratelli, tutta la Storia non è che una
vittoria continua di Gesù con la Croce.
Cè la Croce? E voi trovate ogni
bene, ogni virtù; non sì vuole la Croce? E voi aspettatevi il disordine, malessere,
vizi.
Domina la Croce? E nelle famiglie, sono
rispettati i genitori, si amano i fratelli, si va di ben in meglio. Nelle Nazioni si
rispettano le Autorità si alienano le miserie, cè la pace, la tranquillità, i
paesi sono felici, non vi sono divisioni, partiti, contrasti, tutto è ordine, armonia;
nei matrimoni la santità; nei contratti la giustizia; nei divertimenti la moderazione;
nellamicizia la sincerità; nelle ricchezze la generosità; nella povertà la
rassegnazione; nelle afflizioni il sollievo; nei dolori il balsamo, sulla terra il cielo.
Non volete la Croce? Ed ecco nelle famiglie
cè lo sfacelo, il padre in contrasto con la moglie, la sposa che contraria il
marito, i figli che fanno a loro modo; nei popoli lanarchia, la rivoluzione; senza
nemici, si è in continua guerra; nellabbondanza si manca di tutto; nella
prosperità tutti si lamentano; vi sono mille comodità e nessuno è contento; le feste
finiscono in liti; i divertimenti in ferite.., quando la va bene, si va gridando: si stava
meglio quando si stava peggio.
E non è questo o fratelli il quadro vivo,
palpitante, della condizione presente? Non è così o fratelli? voi oggi ringraziate il
Signore perché vi ha benedetto nella campagna e allavvicinarsi dellinverno lo
spettro della fame non vi fa paura. Voi fate festa, perché siete ben provvisti ed io
prendo parte alla vostra gioia e tanto vi prendo parte che vorrei ne avreste il doppio, il
triplo, ma pure debbo dirvi che lontani dalla croce, cioè se voi non ricorderete quella
vittima augusta che sulla Croce si spogliò di tutto per insegnare a noi il distacco dalle
cose terrene; se non vi ricorderete dei disprezzi di Gesù nei quali vi è nascosto
lonore; se rifiuterete il patire in unione a Gesù, se non avrete la giusta idea
della misericordia e della giustizia che sono entrambe infinite e che non si deve
distruggere luna per esagerare laltra, non avrete né vita, né festa.
Se dimenticherete che una sola cosa è
necessaria - salvare lanima -, istruzioni tutte che abbiamo dalla S. Croce, voi
favoriti dalla fortuna, in mezzo alla prosperità, troverete invece linfelicità.
Freme linferno a questi detti ma è la pura verità: con la Croce il dolore diventa
delizia, senza croce il dispiacere diventa tormento, con la croce la felicità, senza
Croce la disperazione.
Ma questo non è tutto o fratelli. Quei
Gesù che dalla Croce, vero sovrano delle menti dei cuori, degli eserciti e dei troni,
delle anime e dei corpi, degli elementi e delle volontà ha tratto a sé luniverso
intero, ai finire dei secoli nel giorno della vendetta più sfolgorante dei sole si
presenterà ai popoli, portando qual gloriosa insegna di tutti i suoi trionfi quella
Croce, sulla quale stanno poi il suo testamento, scrisse il suo codice, segnò la via
della salute, in quella Croce, fratelli, tutti dovremo specchiarci e chi non sarà trovato
conforme alla Croce, sarà bollato del marchio e del suggello dellEterna
riprovazione.
Non basta adunque aver la Croce appesa al
letto, attaccata al collo, circondata di pompe, di solennità, di onori; se queste cose ci
eccitano a ricordare i suoi insegnamenti e a renderci simili alla Croce, vanno bene; se ci
eccitano invece a pensieri ben diversi di quelli che ci inspira la Croce, è questo un
edificare con la sinistra per distruggere con la destra.
Dopo queste riflessioni, piaccia a Dio che
voi mai arrossiate della Croce. Essa deve essere, anzi, è tutta la nostra gloria, tutta
la nostra felicità; essa devessere in perpetuo il grande oggetto della nostra fede,
dello studio e dellamor nostro. Venite dunque fratelli, ai piedi di questa Croce
come a un altare sacro.
AI: "Sermones",
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