Scelte guardie, fatte degne
della confidenza dei suoi nemici, vegliavano alla porta del monumento chiuso da immane
sasso e assicurato da sigilli, che il sospetto e la gelosia vi avevano apposti. Farisei,
dottori della Legge, sacerdoti, tutti coloro che furono assetati e saziati del Suo sangue,
trionfanti per il compiuto successo della loro rabbia infernale, facevano plauso a se
stessi per essersi finalmente liberati da Colui che abbatteva la superbia, che strappava
la maschera della loro ipocrisia e che mostrava la nullità della loro sapienza vana.
Il popolo, da lungo tempo diviso in partiti e
ondeggiante fra diverse opinioni, sabbandonava a tutto il livore che i persecutori
di Cristo avevano tanto studiato di inspirargli. Tutti godevano della lusinga daver,
con la morte di Gesù Cristo annientato e sommerso nelle tenebre del sepolcro
lodiato partito che in favore dello stesso Gesù andava crescendo.
Tristi e dolenti invece, e a ben ragione, erano i
discepoli in quei tre giorni che Gesù Cristo stette nel sepolcro. Il dolore per la sua
morte, il turbamento e la vergogna li avviliva per il timore da loro mostrato nella
passione del loro Divin Maestro. Pieni di dolore, di costernazione e di timore gli
Apostoli dunque, tremando per la propria vita ed aspettandosi tutti i momenti di vedere
scagliarsi sopra se stessi quel furore che aveva messo a morte il Divin Maestro, se ne
stavano malfermi nella fede quasi privi di speranza, silenziosi e mestissimi, appiattati
nel Cenacolo dove avevano da Lui ricevuto le prove estreme della sua carità infinita.
Essi si erano già dimenticati le prodigiose
guarigioni e le strepitose risurrezioni dei morti operate da Gesù Cristo, e forse si
presentava alla loro mente il pensiero desser stati ingannati, che Lui non fosse
Dio, poiché quando Gesù Cristo veniva provocato dai suoi nemici a dar loro un segno
della sua Divinità, Egli insisteva particolarmente sul miracolo della sua futura
risurrezione, come il segno che doveva mettere il sigillo a tutti gli altri.
Morto dunque il Pastore, il gregge andava disperso
e quella infedeltà che li aveva prima distaccati dal loro Capo li aveva poi disuniti tra
loro medesimi....
La Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salome,
alquanto più amorose, ma povere come gli altri di fede, pensavano di ungere con balsami
le membra di Gesù perché non avessero a corrompersi, e questo era ben altro, che star
fermamente pensando che Egli risorgesse.
Mentre tali cose avvenivano in Gerusalemme e tali
pensieri occupavano le menti, nellalto dei cieli si preparava il più grande, il
più sorprendente, il più meraviglioso avvenimento che mai si sia veduto sulla terra da
quando luniverso esiste. Suona già lora in cui deve cambiarsi interamente
laspetto di tutte le cose e in cui tutte quante le idee della mente umana devono
venir riformate. Gesù Cristo dopo aver disperse le tenebre e sciolti i legami delle anime
giuste che lo stavano aspettando nel seno di Abramo, si attinge a togliere la propria
persona dagli artigli della morte e a rendere la vita a se stesso con un tratto
donnipotenza fino a quel punto ignorato sulla terra. In un medesimo istante
lanima di Gesù Cristo si riunisce al suo corpo ed il suo corpo vivificato si
riveste della gloria della sua divinità.
Quel santo corpo infatti, deponendo le bende che
lo avvolgono, facendo scomparire il sangue di cui erano state tutte bagnate le sua membra,
chiuse le piaghe tranne quella del suo costato, dei piedi e delle mani, cambiate in
brillanti cicatrici, quel santo corpo, glorioso testimonio della sua identità, acquista
tutti i privilegi di un corpo glorificato: era infermo e atto a patire, pesante, opaco e
mortale; diventa impassibile, leggero, trasparente e immortale. Quel corpo beatissimo
dunque, adorno di beltà, decorato di grazia, rivestito di luce, circondato di Maestà e
di gloria, si lancia fuori dalla tomba senza spezzarne la porta e glorioso risuscita a
vita nuova.
Quasi nello stesso istante, parecchi giusti, morti
da gran tempo, si mostrano in Gerusalemme a molte persone, per rendere più solenne e più
autentica la risurrezione del Salvatore.
In quel momento stesso successe un gran terremoto;
e così la terra, tremando dallegrezza come aveva tremato dorrore e di
spavento alla sua morte, attesta che colui che è risorto è veramente il Creatore, Re e
Signore di questa terra. Anche il sole, che tre giorni innanzi si era eclissato per non
illuminare il Deicidio, si leva oggi innanzi laurora per festeggiare con una più
splendida luce la risurrezione di Gesù Cristo e, sembrando risorgere con Lui a vita nuova
come era sembrato morisse alla sua morte, annunzia che Gesù Cristo è pure il vero
creatore Re e Signore del cielo.
Uscito pertanto Gesù Cristo dalla tomba, un
Angelo, come narra il Vangelo, scendendo dai cieli rimuove, con un atto del suo
sovrannaturale potere, la pietra rotolata allingresso e pare dica con disdegno alla
morte: O morte dovè la tua vittoria, dovè il tuo trionfo? Immaginate
la sorpresa e il terrore dei custodi del sepolcro alla vista di tanti simultanei fenomeni:
la terra che trema, la pietra che rotola, il sepolcro che sembra crollare, la luce che li
abbaglia, lAngelo che li minaccia... Rimasero freddi di spavento quasi morti per il
terrore.
I capi dei Sacerdoti, i dottori della legge ed i
Farisei già presagivano qualche cosa di questo grande avvenimento....
La città fu ben tosto nellagitazione.
Lannunzio della Risurrezione girando di bocca in bocca veniva ben presto a
rallegrare i buoni e far fremere i malvagi.
Quale non fu poi la rabbia e lo spavento dei capi
dei Giudei quando a queste vaghe voci della moltitudine venne ad unirsi la testimonianza
delle guardie, che tutte tremanti accorsero a narrare quanto avevano veduto. A
quellannunzio i capi dei Sacerdoti, col pallore dipinto sul volto, con la rabbia e
la costernazione nel cuore si radunano in concilio, dopo lunga discussione con gli anziani
del popolo, chiamano le guardie e danno loro denaro quanto potevano bramarne perché non
raccontassero quanto è avvenuto.
Voi non ignorate, o cari, come la gelosia e
linvidia dei sacerdoti avessero cercato di impedire ogni pretesto alle false voci
che si fossero potuto spargere circa la Risurrezione del Nazareno. Non furono contenti che
il suo corpo fosse stato chiuso entro un sepolcro scavato nel vivo macigno del monte e
chiuso con pietra, che lo sforzo di molte braccia unite insieme avrebbe smosso con pena
perché nessuno sarebbe giunto a rapire quel corpo, ma vollero di più sigillare la pietra
e porre una compagnia di soldati che, presso al sepolcro, vegliassero continuamente.
Ma, lumana prudenza quando si vuole opporre
ai disegni di un Dio come è debole e cieca! Codeste diligenze infatti, o cristiani
carissimi, che cosa fecero? Pubblicarono da per tutto la Profezia che Gesù Cristo aveva
detto su di sé, che cioè al terzo giorno sarebbe risorto. Alla verità sulla sua
Risurrezione prepararono prove invincibili ed incontestabili testimoni. Così o cari,
avvenuto il grande miracolo, quei mezzi che usarono per tenerlo occulto non furono altro
che più forti argomenti per manifestarlo maggiormente. I sacerdoti colpevoli e i ministri
sacrileghi, che avevano coi denari del Santuario già pagata la perfidia di Giuda, non si
fanno scrupolo di prendere dallarca stessa loro per comprare le guardie e
costringerle a pubblicare che, dormendo esse, gli Apostoli vennero e rubarono il corpo di
Cristo....
..Gesù Cristo non vi è alcun
dubbio è risuscitato!
Surrexit Christus spes nostra. Egli è
risuscitato e tutte le promesse sono compiute, sono verificate tutte le profezie.
Egli è risuscitato ma duna Risurrezione
vera, Surrexit vere, non già di una resurrezione transitoria, ma perseverante e
stabile.
Gesù Cristo è risorto. Christus resurrexit a
mortuis ita et nos in novitate vita ambulemus, ci avverte lApostolo Paolo in una
lettera ai Romani. Così anche noi dobbiamo camminare in novità di vita
Sul far dellalba della Domenica,
Maria Maddalena, Maria Cleofe, Maria Salome Giovanna ed altre piissime donne portando con
sé balsami ed aromi, vanno al sepolcro di Gesù per versarli sul suo Santissimo Corpo. "Come
faremo dicevano fra sé a sollevare limmane pietra che chiude il
sepolcro? Mentre discorrono così fra loro, levando gli occhi verso il sepolcro vedono
la pietra rimossa e lingresso aperto a tutti. Affrettano il passo ma appena giunte,
intimidite e sorprese si ritirano. Un angelo, di luce raggiante e di celeste bellezza,
sedeva in quella tomba al posto del Corpo di Gesù.
Nolite timere vos, ... Non
abbiate timore - disse loro langelo Voi cercate Gesù Crocifisso, egli
è risuscitato, non è qui: vi precede in Galilea. Colui che parla così è lo stesso
angelo che col fulmineo suo sguardo aveva atterrato poco prima le guardie del sepolcro,
ora invece esorta alla confidenza, alla letizia le sante discepole di Gesù Cristo.
Nolite timere vos,.. Temano
e tremino i Giudei che hanno domandato la morte del Signore. Tremi Pilato che vi ha
vilmente acconsentito, tremino i soldati che non ricusarono desserne gli esecutori,
tremi il popolo che è accorso a rinnegarlo e a bestemmiarlo fin nel suo supplizio. Ma voi
anime pie, anime sinceramente devote al Dio Salvatore, voi che lavete accompagnato
al Calvario, voi che lavete adorato sulla Croce, voi che lo cercate nella sua tomba,
voi non avete nulla a temere dalla sua Giustizia, voi avete a sperare tutto dalla sua
bontà.
Nolite timere vos!.. Sì,
tremino e si spaventino, ripete ancora a noi lAngelo del Signore, tremino tutti quei
miserabili peccatori che ostinati e caparbi non vogliono risorgere dal lezzo dei loro
peccati. Tremino gli avari che non vogliono staccare il loro cuore dalle ricchezze della
terra. Tremino i ladri che non vogliono restituire il maltolto e intendono continuare nei
loro ladroneggi. Tremino gli impudichi che non intendono cessare dal gettare lacci
allaltrui onestà. Tremino e si spaventino tutti coloro che coi loro peccati
vogliono nuovamente crocifiggere Gesù; ma voi, anime sinceramente cristiane, non temete: NoIite
timere vos! Voi che avete appreso da Gesù con quante tribolazioni e fatiche si
compera il riposo e la gloria; voi che non vivete che per lonore di servirlo, del
bene damarlo e della speranza di possederlo un giorno; voi che intanto lo supplicate
di essere sempre nel vostro spirito per la fede, nel vostro cuore per la carità, nelle
vostre membra per la mortificazione, voi non avete a temere nulla, anzi dovete godere al
pensiero della Risurrezione di Gesù Cristo.
Non spaventatevi se siete stati peccatori e gran
peccatori. Che importa quello che è stato; che importa quel che avete fatto quando avete
per giudice Colui che oggi trionfa, Colui che ha sepolto nella sua tomba e posto in oblio
tutto quello che voi foste stati, tutto quello che aveste fatto? Ad una sola condizione
però, che grazie alla penitenza anche voi vi seppelliate in una stessa tomba col vostro
Salvatore.
NoIite timere vos!.. no,
non temete se siete stati peccatori, ma temete piuttosto che non sia sincera la vostra
penitenza, poiché molti si accostano al Sacramento della Penitenza, ma non per questo si
può dire che molti sono risuscitati alla grazia mentre non sono morti al peccato. Bisogna
abbandonare quei luoghi dove frequenti sono gli incentivi al peccato. Bisogna separarsi
dalla compagnia delle persone licenziose e scorrette. Sfuggire gelosamente le occasioni
peccaminose, e allora stiamo certi che la nostra penitenza sarà uguale alla Risurrezione
di Cristo, che non fu transitoria ma perseverante e stabile
.Questo sì, o cari, è ciò che dobbiamo
temere: che non sia sincera la nostra penitenza. Ma del resto, o cari, se siamo veramente
pentiti e disposti ad incontrare la morte piuttosto che offendere ancora anche una sola
volta il Signore, non temiamo.
NoIite timere ... poiché
grazie alla Risurrezione di Cristo tutte le leggi sono divenute facili, ogni perfezione
accessibile, aperti tutti i tesori di grazia e di aiuti.
Su, dunque, animo, coraggio, coraggio. Gesù
Cristo è risorto! Egli ha debellato i nostri nemici: il mondo, il demonio e la carne.
Egli ha vinto linferno, a noi non resta che
risorgere con Lui dai nostri peccati e, conservando sempre in noi quella grazia
santificante che abbiamo acquistata in questi giorni o che stiamo per ricevere, camminare
sicuri sulle orme di Cristo.
.Asciughiamo le nostre lacrime fratelli
carissimi e diamo libero corso alla nostra allegrezza: Colui che è stato dato alla morte
per i nostri peccati, oggi è risuscitato per la nostra giustificazione; Colui che pochi
giorni fa era causa della nostra tristezza, oggi è il motivo del nostro gaudio.
Non cercate più Gesù Cristo tra i morti;
non è più nel sepolcro: Egli è risuscitato!
Ecco il grande mistero che la Chiesa celebra in
questo giorno e che il profeta chiama il giorno del Signore per eccellenza perché ce ne
manifesta la gloria e la potenza! Egli liberando sé stesso dagli orrori del sepolcro per
riprendere una vita più gloriosa di quella che la morte gli ha tolta. Sì, è in questo
giorno che quel tempio misterioso distrutto dai Giudei è ristabilito nel suo primitivo
stato; questo è il giorno che il secondo Giona esce dal seno della terra, come il primo
usci dal seno della balena; questo è il giorno che il vero Sansone sforza le porte della
morte che lo tenevano prigioniero e porta con lui le sue spoglie conducendo con sé un
gran numero di prigionieri da esso redenti.
O morte, dovè la tua vittoria? Potenze
delle tenebre, a chi sono andati a finire i vostri sforzi? Non hanno servito che a far
conoscere la gloria di Colui alla cui vita voi avete osato attentare. Le nostre anime
però, o cari, non devono accontentarsi di cantare solamente le glorie e il trionfo di
Gesù ma, a somiglianza di quelle fanciulle israelitiche che seguivano il vittorioso
Davide, anchesse generose devono accompagnarlo.
Obbedendo al consiglio dellapostolo Paolo,
noi dobbiamo seguirlo nella sua risurrezione e a prova di questo è necessario cercare le
cose del Cielo: si consurrexisti cum Christo, quae sursum quaerite. Se siamo
risuscitati con Cristo, nelle cose di lassù dobbiamo trovare la nostra gioia; non altro
che le cose di lassù devono essere la nostra scienza: Quae sursum sapite.
Lamor di Dio dunque dobbiamo cercare,
essendo questo appunto quella virtù che ci unisce a Lui, che ci rende suoi amici, suoi
figli e ci dà un vero e reale diritto alla beata eredità di Dio.
Lamor di Dio dobbiamo cercare, perché se
noi avessimo annidato e nascosto nellanimo qualche peccato, nellentrarvi
lamore il peccato sparisce come le tenebre al comparir del sole.
Lamor di Dio dobbiamo cercare poiché se
fossimo ancor poveri di virtù e di meriti con esso ne veniamo mirabilmente arricchiti,
perché lamor di Dio eminentemente contiene in sé tutte le virtù, consistendo in
esso la pienezza di tutta la legge.
O bellamore! O dono prezioso del Cielo che
ci fa partecipi della gloriosa Risurrezione di Cristo!