Sant'Arcangelo Tadini                                 Angelo di Verola
Canonizzato il 26 Aprile 2009 da Benedetto XVI
proclamato Beato il 3 ottobre 1999 da Giovanni Paolo II


da, Sermones,
Archivio Suore Operaie, Botticino Sera

(AI: Sermones, ASO Botticino Sera)

Scritti e Omelie

MISERICORDIA

Omelia

I. VALORE DEL TEMPO

Che cosa è mai la vita dell’uomo anche la più lunga? Non altro che fumo che passa, vapore che svanisce. Le stagioni che si succedono con rapida voce, i fiori che brillano al mattino e sono appassiti e morti la sera, il dì che smuove le generazioni agitate come onde fugaci che corrono a rompersi contro la spiaggia, i fratelli che di mezzo a voi scompaiono nel silenzio, tutto ci avvisa che noi corriamo veloci a gettarci nell’abisso dell’Eternità. Questo orologio che ci batte qua dentro, il cuore che rapidi rapidi batte i suoi palpiti, ci avvisa che il tempo fugge irreparabile.

Un povero uomo, un giorno uscito dal carcere si slancia con ardore sulla via per ritornare a casa, ma ai primi passi si vede in mezzo a lieti prati. E’ mattino, gli uccelli salutano il nuovo dì, e sembra che i fiori gli sorridono in fronte, e sopra di essi le farfalle agitanti le ali dorate. Egli si slancia a seguirle lontano dalla via di casa. Intanto è già alto il dì. In quello splendore di giornata vede le piante che gli stendono i rami carichi di frutta che gli fan gola, ed egli via pei campi a raccoglierle tutto affannato. Ma il sole già poggia in alto a meriggio e… ritornare a casa buon uomo? Oh adesso fa troppo caldo! Trova più comodo sedersi presso un albero e lì si consola la vista per la frutta raccolta. Ma il sole aspetta nessuno! E’ già verso ponente, ed il buon uomo temporeggia ancora. Il sole intanto cala dietro i monti si stendono lunghe le ombre, si fa oscura la valle, e sopraggiunge la sera. Il buon uomo allora in fretta s’avvia ma cade giù fitta la notte, e in nera selva va barcollando a tentoni, ahi gli irrompono i ladri alla vita, lo colpiscono nel petto, muore di mala morte, miseramente fuori casa. Doveva arrivare dai suoi cari e non ebbe il tempo. O disgrazia! Che a noi non accada: ma pure è così, il tempo è fugace e la nostra vita è ancor meno di un giorno per raggiungere la nostra casa in Paradiso. La nostra gioventù è come il mattino che si dilegua, viene la virilità, ma i bianchi capelli e la rugosa fronte ormai ci hanno precipitato nella vecchiaia, e passa via la vita, anzi no, al par di un sogno è già passata.

Ma pure questo tempo che è breve è pure sì prezioso. Questo tempo sì veloce ben impiegato ci fa ricchi di ricchezze senza fine, ci fa felici d’una felicità infinita, ci fa contenti d’una contentezza inesplicabile.

Oh quale argomento non è mai questo per una devota e seria meditazione! In quest’oggi, qui a cavallo, per così dire, tra un anno che abbiamo appena passato e un altro che abbiamo incominciato, è bene, è giusto, è conveniente pensare un po’ al tempo. Abbandoniamoci interamente a quei sentimenti che questo pensiero può risvegliare in noi, perché finita la meditazione abbiamo a gridare tutti ad una voce: "Perdonate, o Signore, il tempo che abbiamo perduto e aiutateci perché sia tutto vostro il tempo che ci date".

L’uomo è fatto per non aver mai fine. Creato ad immagine di Dio che è eterno, sebbene abbia avuto un principio egli più non cesserà di esistere. E’ vero, si dice che questo corpo muore, no, riposerà invece per un po’ nel sepolcro ma di nuovo un giorno sarà unito all’anima e la materia tornata in vita vivrà ancora e vivrà per sempre.

L’Eternità ci aspetta dove non vi saranno più queste successioni di giorni e di anni. Cesserà il tempo per lasciar luogo al sempre "vivi" e mai "morti".. sempre e mai: ecco il nostro fine. Per arrivare a questo termine Dio ci collocò nel tempo e il tempo è la strada che conduce all’eternità. Ma questo tempo è sì breve e sì fugace!

Cosa preziosa questo tempo se esso ci conduce alla felicità eterna, sì, se è bene impiegato, ma ci conduce anche ai tormenti eterni se non se ne fa buon uso.

Sì il tempo è il dono più utile e insieme il più funesto che ci sia stato fatto. E’ in nostra mano il principio dei gaudi o il principio delle miserie. Quantunque sia prezioso è, nello stesso momento, così fugace così breve che a giusta ragione si può dire "un istante".

Ma ci conforti per ultimo il pensiero che il tempo è fedele e mentre a questo mondo tutto si sconvolge, tutto si turba, il tempo è sempre uguale, non si cura degli uomini, non bada se si gode o se si piange, esso continua il suo viaggio senza mai posare un istante.

Non vi rincresca pertanto fermare il vostro pensiero intorno al tempo per osservarvi la sua preziosità, la sua brevità e finalmente la sua fedeltà. E’ un argomento che merita la più seria meditazione…..

E chi potrà dire abbastanza quanto sia prezioso il tempo? Gettati in questo mondo da Dio con una mente sì vasta che partecipa dell’infinito, non possiamo non persuaderci di questa preziosità, dobbiamo domandare a chi si trova nell’eternità. Ci vorrebbe un’anima del Paradiso per darci un’idea giusta. Se la vedessimo là immersa nel gaudio del suo Signore partecipar della divinità, in tante delizie, padrona di un regno eterno, circondata di splendore e di gloria, sazia di ogni contentezza e felicità, e le domandassimo come poté mai guadagnarsi tanto bene, ella esultante ripeterebbe: "per il buon uso del tempo". Anche il dannato, sì anch’egli potrebbe dirci della preziosità del tempo!… ….

Dunque dal modo con cui impieghiamo questo preziosissimo dono di Dio dipende o la nostra felicità o la nostra disperazione: è un tesoro che decide della nostra sorte futura per tutti i secoli. Può darsi cosa più preziosa? Se qualcuno vi offrisse una moneta oh come la custodireste! Ebbene questa moneta è il tempo.

San Bernardino dice che il tempo è prezioso quanto è prezioso Iddio, perché con il buon uso del tempo si può far acquisto di Dio. Ben l’intesero questa verità i Santi che ne avevano di questo la più attenta custodia per non perderne neppure un istante. Essi andavano ripetendo che ogni istante ci guadagna una corona in cielo, ogni minuscolo di tempo ben impiegato avrà il suo merito e il suo premio. E noi che cosa aspettiamo a persuaderci, quando forse non ci sarà più rimedio? Anche il condannato si persuade di aver fatto male quando si trova in carcere, ma troppo tardi!

… Oh quanti al cader nell’inferno avranno esclamato, veramente persuasi, "quanto è prezioso il tempo"! Ma che vale allora che tutto è finito, che il tempo ha lasciato luogo all’eternità? Non ad altro che ad accrescerne le pene…..

Ricordiamoci che se i beati in Paradiso potessero piangere, piangerebbero a calde lacrime tutte quelle ore che forse lasciarono passare senza far nulla, poiché se sono felici la loro felicità avrebbe potuto crescere e moltiplicarsi per ogni ora di vita che avrebbe dovuto santificare.

Oh tempo prezioso che vali un Paradiso, o tesoro immenso che compera Iddio, l’uomo ingrato non ti conosce, ti sprezza non sa che farne! Ma noi non saremo di costoro, non è vero? Cercheremo di persuaderci di questa preziosità, perché poi non ne abbiamo a piangerne la perdita.

II. LA MISERICORDIA DI DIO

Le mie parole sono tutte vostre, o care anime, che in questi giorni atterrite e compunte dei vostri peccati li avete pianti e detestati con fermo proposito di mutare stabilmente la vita. Parlo a voi che forse, al riflesso della loro enormità e moltitudine siete cadute in diffidenze, in timori, siete angustiati, perché non sapete se Dio vorrà perdonarveli. Parlo a voi che forse avrete detto: "Ah i miei peccati sono troppo grandi non vi è più per me misericordia, invano ne spero il perdono, è inutile che me ne confessi!... Oh anime sconsolate fatevi coraggio, parlo a voi in quest’oggi per consolarvi, col mettervi sotto degli occhi per quanto potrò, le immense grandezze dell’infinita misericordia del nostro Buon Dio.

Tre sono i principali effetti della misericordia di Dio verso i peccatori:

- Li aspetta con somma pazienza.
- Li previene, li invita e chiama a se con grande amore.
- Li accoglie contriti e li abbraccia con ineffabile tenerezza.

Or noi la vedremo grande in tutti tre questi effetti. Grande nell’aspettarli, maggiore nell’invitarli, massima nell’abbracciarli.

E’ tutta satanica la malizia del nostro nemico, il demonio, che vorrebbe vedervi tutti cadere nell’inferno, quella di sconvolgere ogni cosa e tutto presentarvi sotto differente aspetto. Egli ci toglie la vergogna ed il rossore, quando pur sarebbero sì necessari, ce li ritorna quando starebbero bene lontano. Nell’appressarsi a noi per tirarci al peccato ce lo dipinge come una inezia, una cosa da nulla, quando ce lo ha fatto commettere, ce l’ingrandisce in modo da farci ormai disperare di ottenere da Dio il perdono, perdere ogni speranza e così giacchè non vediamo rimedio, si continua a moltiplicare peccati con peccati. Spaventevole inganno che tiene allacciate tante e tante anime che pur potrebbero fare grandi passi sulla via della perfezione e invece vanno, o dirò meglio, precipitano alla eterna rovina. Ve ne sono forse anche tra voi di costoro? No, voglio sperare. Ma che fa il Demonio? Quella vergogna che sarebbe stata sì vantaggiosa al momento della colpa, te la restituisce, ti presenta il peccato sotto l’aspetto del tutto falso, tenta persuaderti che ormai per te non vi è più rimedio, che sono troppi, che Dio non vorrà più perdonarti, e ti dipinge Iddio che rifiuta il tuo dolore, che ti ha voltate le spalle. Ah, peccatore, se mai il demonio cerca gettarti nella disperazione, ferma il passo, sono qua stasera a consolarti.

Peccasti, ma fatti coraggio, per quanto grandi e molti siano i tuoi peccati, se tu ne sei pentito, sappi che infinita è la Misericordia di Dio. …Peccatori che vi trovate aggravati dal peso del peccato, temete del vostro nemico il demonio che vi vuol tirare all’inferno, ma gettatevi con tutta confidenza nelle braccia dell’infinita misericordia. Ecco il fine della mia predica. Dimostrarvi che Dio infinitamente misericordioso e sommamente sollecito della nostra salute, non solo vi accoglierà e vi perdonerà qualora pentiti ritornerete a Lui, ma ancora insieme col perdono vi darà tutti quegli aiuti e quelle grazie che vi saranno necessarie per poter perseverare….

E avrò io forse o mio caro fratello difficoltà ad assicurarti del perdono di Dio, se pentito ritornerai a Lui?

Basta riflettere anche per poco alla condotta che con te ha sinora tenuto questo misericordiosissimo Signore….

Ti ha sopportato, ti aspettò per vederti pentito e usarti misericordia. Ma che dico sopportato? Ti ha anzi difeso, perché altri non ti offendessero. Più e più volte sentì salire al suo trono voci chiedenti vendetta contro di te… Ma no, rispondeva Iddio, non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva.

Assalonne si era ribellato al suo padre Davide, e già marciava l'esercito a combatterlo e Davide andava gridando, "Generali, capitani, soldati salvatemi il mio figlio Assalonne! E' vero, è uno scellerato è reo di morte lo so; ma è mio figlio…".

Così ha fatto anche il Padre celeste negli anni della tua "guerra".

….Lasciatemelo in vita questo povero peccatore; benché ribelle, benché ingrato è mio figlio... mi costa sangue.... per lui sono morto...abbia tempo forse si convertirà in appresso. Oh pazienza, oh misericordia di un Dio veramente infinita.

Eppure qui non finisce l’opera della misericordia, ma va ben più avanti. E’ indubitato che noi non possiamo far nulla, neppure battere una palpebra senza l’aiuto di Dio. Ebbene tu adoperavi la lingua per offènderlo colle bestemmie, coi discorsi disonesti, colle calunnie… solo che ti avesse abbandonato un istante, eccoti muto. Tu, o uomo commettesti quei furti, t’infangasti in quelle disonestà, lavorasti la festa, ma come potesti? Perché Dio ti stava sempre vicino a conservarti la salute, se fosti stato condannato in un letto ammalato certo non l'avresti offeso. Ricco io ti vedo angariare i poveri, far sospirare gli artisti, ti vedo indurre quella disgraziata caduta in miseria a cedere alle tue perfide voglie; e come potesti? Perché Dio ti conservava le ricchezze e te ne donava sempre di nuove, credi che Dio non vedesse che gettandoti in miseria, più non l'avresti potuto offendere, ma tu l’oltraggiavi ed Egli ti beneficava. Ah che sei costretto tu pure a ripetere con S. Agostino...

"Oh Signore, io sempre in atto di offendervi e voi sempre in moto per difendermi. Dovunque io andava vagando, voi sempre mi venivate dappresso e la vostra misericordia qual fedele compagna mi seguiva e mi voleva dattorno".

Ah si amabilissimo fratello vedi questo tuo Misericordiosissimo Padre che a guisa d'impazzito amante ti corre sempre dietro; ascolta con quale amorevole voce ti chiama e li quasi inginocchiato dinanzi al tuo cuore, "figlio - ti dice - aprimi, aprimi, dammi il tuo cuore". Tu dici di non sentirla questa voce? ma Dio mai non cessò un istante dal ripeterti le sue amorevoli chiamate, le sue calde preghiere, fino a stancarsi. S.Gregorio Magno gli assegna cinque maniere per chiamare i peccatori, e vedi se non tutte le ha usate con te?

Vocat per prosperat: Quelle prosperità che avete goduto negli anni dei vostri traviamenti, quei negozi andati bene, quella lite vinta, quel posto ottenuto, quel parentado concluso, quel pericolo scampato, quelle annate ubertose... E via andate dicendo erano tutte voci di Dio colle quali l'amorosissimo padre a sé v’invitava e pare che dicesse fra se stesso: Tu mi fuggi, mi offendi, mi strapazzi? Potrei ben con facilità vendicarmi dei fatti tuoi; ma voglio tenere verso di te un'altra strada; metterò mano ai benefici, ti colmerò di favori; forse vedendoti beneficato da un tuo nemico entrerai in te stesso, conoscerai la tua ingratitudine, te ne pentirai. e cesserai di offendermi. E tu però hai fatto anzi peggio, delle prosperità ti servisti per offenderlo. E Dio che ha fatto? Ti chiamò colle avversità.

Vocat per avversa: Quelle disgrazie accadute, la morte di quel parente, la perdita di quellamico, quell’infermità, quella tempesta, giovane quella malattia che ti guadagnasti con quel peccato ed altre simili avversità, non erano voci secrete di questo Padre amante per arrestarti e farti tornare indietro dalla via della perdizione? Ma sordo ancora a queste voci, ti chiamò per mezzo del tuo Angelo.

Vocat per Angelos: Quella predica che casualmente ascoltasti, quel libro, quella tal voce che ti diceva: questa non è vita da durarsi ti può arrivare impensata la morte, muta vita, convertiti a Dio. Tu la disprezzasti, e tentò un'altra via.

Vocat per pastores: Quante volte, i vostri Pastori dal Sacro Altare, nel Tribunale di penitenza, ma nulla, sempre lontano da Dio, e avrebbe potuto abbandonarti, ma manda me per scuoterti, per farti capire ancora una volta che è disposto a perdonarti. E difatti non senti adesso un desiderio di darti a Dio? Sì è Dio che sta lì seduto alla porta del tuo cuore, e picchiando dolcemente ti dice: "Figlio mio, non voler più fuggirmi, vieni a me, fa ritorno a questo seno che arde d'amore per te". E dopo tutto ciò dubiterai tu ancora del perdono? Se tanta è la premura di Dio di vederti convertito e salvo come potrai temere di non essere perdonato?

Ti dirò con S.Tommaso: "Che timore hai o peccatore? Se quando lo fuggivi Egli ti veniva cercando, non vuoi, adesso che ti getti ai suoi piedi, non vuoi che ti accolga? Questo Dio che per i peccatori si fece ancor esso, direi quasi un peccatore, che fuori del peccato in tutto cercò di assomigliare ai peccatori, questo Dio che per i peccatori durò fatiche, soffri stenti, versò sudori, sparse sangue, morì sopra una croce fra un mare di dolori, non vuoi che accolga il figlio di tante pene"?

Tutto è vero sento dire da alcuno; ma io temo di essere da Dio abbandonato...Ah i miei peccati sono troppo grandi? Ma la misericordia di Dio è infinitamente più grande e questo sangue prezioso sparso per te ha virtù di lavare non solo i tuoi peccati ma quelli di tutto il mondo. E che peccati hai mai tu fatto! Sei forse stato un bestemmiatore? Lo fu anche Paolo! Ma perché se ne pentì; eccolo fra i primi Apostoli e fra i più gran santi del Paradiso. Hai rubato? Mira un ladro là sul Calvario, sopra una croce, dove l'hanno condotto i suoi furti, che chiedendone perdono a Cristo non solo l'ottiene, ma muore da Santo. Fosti un disonesto? Lo fu anche un Agostino, eppure lo veneriamo sugli altari, perché si pentì e lasciò le sue disonestà. Tu donna sei stata forse una pubblica peccatrice? Lo furono anche una Pelagia, una Taide, una Maria Egiziaca, una Margherita da Cortona ecc. eppure sono Sante. Di che temi dunque? Temo perché più volte ho abusato della Divina Misericordia promettendo di non peccare e poi tornai sempre a far peggio di prima. Ebbene questa volta sei risoluto davvero? Non temer dunque e quand'anche l'avessi abbandonato e poi tornato ad abbandonare le cento volte, io ti assicuro e te ne do parola a suo nome che ti perdona.

Sappi o Pietro - disse un giorno Gesù Cristo a San Pietro - che io ho pregato per te, dopo che mi avrai rinnegato, io ti perdonerò e ti darò le chiavi del Cielo e altro ricambio non voglio da te se non che guardi con occhio benigno ed accolga con viscere di misericordia i peccatori. Bada bene o Pietro, non me li sgridare, fa cuore ai figli ,te li raccomando... ma Signore quali peccati dovrò io perdonare? Quali sono i delitti che voi riservate al vostro tribunale e sopra dei quali non si estende la potestà che mi date? Ah Pietro non mi conosci ancora! Io non mi riservo alcun peccato; per enormi che siano i misfatti, quando i peccatori verranno contriti a confessarli ai tuoi piedi, alza pure la mano ad assolverli in terra, ch'io li assolverò in Cielo... Ma Signore quante volte poi mi date la licenza di assolvere lo stesso peccatore? Potrò assolvere fino alle sette volte... Pietro tu vuoi mettere un limite alla mia misericordia ed io la voglio illimitata . No sette, settanta volte sette, cioè tutte le volte che il peccatore veramente pentito, verrà a confessarsi.

Oh care parole! Oh bontà, oh misericordia di Gesù! E ancora temete? Ma queste braccia che tiene tese sulla croce, non vi dicono chiaro che Egli è sempre pronto ad abbracciarvi a stringervi al suo seno? Che volete di più? Deve forse staccarsi da essa e venire in persona ad umiliarsi dinanzi a voi?

AI: "Sermones", ASO Botticino