MISERICORDIA
Omelia
I. VALORE DEL TEMPO
Che cosa è mai la vita delluomo anche la più lunga? Non altro
che fumo che passa, vapore che svanisce. Le stagioni che si succedono con rapida voce, i
fiori che brillano al mattino e sono appassiti e morti la sera, il dì che smuove le
generazioni agitate come onde fugaci che corrono a rompersi contro la spiaggia, i fratelli
che di mezzo a voi scompaiono nel silenzio, tutto ci avvisa che noi corriamo veloci a
gettarci nellabisso dellEternità. Questo orologio che ci batte qua dentro, il
cuore che rapidi rapidi batte i suoi palpiti, ci avvisa che il tempo fugge irreparabile.
Un povero uomo, un giorno uscito dal carcere si slancia con ardore
sulla via per ritornare a casa, ma ai primi passi si vede in mezzo a lieti prati. E
mattino, gli uccelli salutano il nuovo dì, e sembra che i fiori gli sorridono in fronte,
e sopra di essi le farfalle agitanti le ali dorate. Egli si slancia a seguirle lontano
dalla via di casa. Intanto è già alto il dì. In quello splendore di giornata vede le
piante che gli stendono i rami carichi di frutta che gli fan gola, ed egli via pei campi a
raccoglierle tutto affannato. Ma il sole già poggia in alto a meriggio e
ritornare
a casa buon uomo? Oh adesso fa troppo caldo! Trova più comodo sedersi presso un albero e
lì si consola la vista per la frutta raccolta. Ma il sole aspetta nessuno! E già
verso ponente, ed il buon uomo temporeggia ancora. Il sole intanto cala dietro i monti si
stendono lunghe le ombre, si fa oscura la valle, e sopraggiunge la sera. Il buon uomo
allora in fretta savvia ma cade giù fitta la notte, e in nera selva va barcollando
a tentoni, ahi gli irrompono i ladri alla vita, lo colpiscono nel petto, muore di mala
morte, miseramente fuori casa. Doveva arrivare dai suoi cari e non ebbe il tempo. O
disgrazia! Che a noi non accada: ma pure è così, il tempo è fugace e la nostra vita è
ancor meno di un giorno per raggiungere la nostra casa in Paradiso. La nostra gioventù è
come il mattino che si dilegua, viene la virilità, ma i bianchi capelli e la rugosa
fronte ormai ci hanno precipitato nella vecchiaia, e passa via la vita, anzi no, al par di
un sogno è già passata.
Ma pure questo tempo che è breve è pure sì prezioso. Questo tempo
sì veloce ben impiegato ci fa ricchi di ricchezze senza fine, ci fa felici duna
felicità infinita, ci fa contenti duna contentezza inesplicabile.
Oh quale argomento non è mai questo per una devota e seria
meditazione! In questoggi, qui a cavallo, per così dire, tra un anno che abbiamo
appena passato e un altro che abbiamo incominciato, è bene, è giusto, è conveniente
pensare un po al tempo. Abbandoniamoci interamente a quei sentimenti che questo
pensiero può risvegliare in noi, perché finita la meditazione abbiamo a gridare tutti ad
una voce: "Perdonate, o Signore, il tempo che abbiamo perduto e aiutateci perché
sia tutto vostro il tempo che ci date".
Luomo è fatto per non aver mai fine. Creato ad immagine di Dio
che è eterno, sebbene abbia avuto un principio egli più non cesserà di esistere.
E vero, si dice che questo corpo muore, no, riposerà invece per un po nel
sepolcro ma di nuovo un giorno sarà unito allanima e la materia tornata in vita
vivrà ancora e vivrà per sempre.
LEternità ci aspetta dove non vi saranno più queste successioni
di giorni e di anni. Cesserà il tempo per lasciar luogo al sempre "vivi" e mai
"morti".. sempre e mai: ecco il nostro fine. Per arrivare a questo termine Dio
ci collocò nel tempo e il tempo è la strada che conduce alleternità. Ma questo
tempo è sì breve e sì fugace!
Cosa preziosa questo tempo se esso ci conduce alla felicità eterna,
sì, se è bene impiegato, ma ci conduce anche ai tormenti eterni se non se ne fa buon
uso.
Sì il tempo è il dono più utile e insieme il più funesto che ci sia
stato fatto. E in nostra mano il principio dei gaudi o il principio delle miserie.
Quantunque sia prezioso è, nello stesso momento, così fugace così breve che a giusta
ragione si può dire "un istante".
Ma ci conforti per ultimo il pensiero che il tempo è fedele e mentre a
questo mondo tutto si sconvolge, tutto si turba, il tempo è sempre uguale, non si cura
degli uomini, non bada se si gode o se si piange, esso continua il suo viaggio senza mai
posare un istante.
Non vi rincresca pertanto fermare il vostro pensiero intorno al tempo
per osservarvi la sua preziosità, la sua brevità e finalmente la sua fedeltà. E
un argomento che merita la più seria meditazione
..
E chi potrà dire abbastanza quanto sia prezioso il tempo? Gettati in
questo mondo da Dio con una mente sì vasta che partecipa dellinfinito, non possiamo
non persuaderci di questa preziosità, dobbiamo domandare a chi si trova
nelleternità. Ci vorrebbe unanima del Paradiso per darci unidea giusta.
Se la vedessimo là immersa nel gaudio del suo Signore partecipar della divinità, in
tante delizie, padrona di un regno eterno, circondata di splendore e di gloria, sazia di
ogni contentezza e felicità, e le domandassimo come poté mai guadagnarsi tanto bene,
ella esultante ripeterebbe: "per il buon uso del tempo". Anche il dannato, sì
anchegli potrebbe dirci della preziosità del tempo!
.
Dunque dal modo con cui impieghiamo questo preziosissimo dono di Dio
dipende o la nostra felicità o la nostra disperazione: è un tesoro che decide della
nostra sorte futura per tutti i secoli. Può darsi cosa più preziosa? Se qualcuno vi
offrisse una moneta oh come la custodireste! Ebbene questa moneta è il tempo.
San Bernardino dice che il tempo è prezioso quanto è prezioso Iddio,
perché con il buon uso del tempo si può far acquisto di Dio. Ben lintesero questa
verità i Santi che ne avevano di questo la più attenta custodia per non perderne neppure
un istante. Essi andavano ripetendo che ogni istante ci guadagna una corona in cielo, ogni
minuscolo di tempo ben impiegato avrà il suo merito e il suo premio. E noi che cosa
aspettiamo a persuaderci, quando forse non ci sarà più rimedio? Anche il condannato si
persuade di aver fatto male quando si trova in carcere, ma troppo tardi!
Oh quanti al cader nellinferno avranno esclamato,
veramente persuasi, "quanto è prezioso il tempo"! Ma che vale allora che tutto
è finito, che il tempo ha lasciato luogo alleternità? Non ad altro che ad
accrescerne le pene
..
Ricordiamoci che se i beati in Paradiso potessero piangere,
piangerebbero a calde lacrime tutte quelle ore che forse lasciarono passare senza far
nulla, poiché se sono felici la loro felicità avrebbe potuto crescere e moltiplicarsi
per ogni ora di vita che avrebbe dovuto santificare.
Oh tempo prezioso che vali un Paradiso, o tesoro immenso che compera
Iddio, luomo ingrato non ti conosce, ti sprezza non sa che farne! Ma noi non saremo
di costoro, non è vero? Cercheremo di persuaderci di questa preziosità, perché poi non
ne abbiamo a piangerne la perdita.
II. LA MISERICORDIA DI DIO
Le mie parole sono tutte vostre, o care anime, che in questi giorni
atterrite e compunte dei vostri peccati li avete pianti e detestati con fermo proposito di
mutare stabilmente la vita. Parlo a voi che forse, al riflesso della loro enormità e
moltitudine siete cadute in diffidenze, in timori, siete angustiati, perché non sapete se
Dio vorrà perdonarveli. Parlo a voi che forse avrete detto: "Ah i miei peccati
sono troppo grandi non vi è più per me misericordia, invano ne spero il perdono, è
inutile che me ne confessi!... Oh anime sconsolate fatevi coraggio, parlo a voi in
questoggi per consolarvi, col mettervi sotto degli occhi per quanto potrò, le
immense grandezze dellinfinita misericordia del nostro Buon Dio.
Tre sono i principali effetti della misericordia di Dio verso i
peccatori:
- Li aspetta con somma pazienza.
- Li previene, li invita e chiama a se con grande amore.
- Li accoglie contriti e li abbraccia con ineffabile tenerezza.
Or noi la vedremo grande in tutti tre questi effetti. Grande
nellaspettarli, maggiore nellinvitarli, massima nellabbracciarli.
E tutta satanica la malizia del nostro nemico, il demonio, che
vorrebbe vedervi tutti cadere nellinferno, quella di sconvolgere ogni cosa e tutto
presentarvi sotto differente aspetto. Egli ci toglie la vergogna ed il rossore, quando pur
sarebbero sì necessari, ce li ritorna quando starebbero bene lontano.
Nellappressarsi a noi per tirarci al peccato ce lo dipinge come una inezia, una cosa
da nulla, quando ce lo ha fatto commettere, ce lingrandisce in modo da farci ormai
disperare di ottenere da Dio il perdono, perdere ogni speranza e così giacchè non
vediamo rimedio, si continua a moltiplicare peccati con peccati. Spaventevole inganno che
tiene allacciate tante e tante anime che pur potrebbero fare grandi passi sulla via della
perfezione e invece vanno, o dirò meglio, precipitano alla eterna rovina. Ve ne sono
forse anche tra voi di costoro? No, voglio sperare. Ma che fa il Demonio? Quella vergogna
che sarebbe stata sì vantaggiosa al momento della colpa, te la restituisce, ti presenta
il peccato sotto laspetto del tutto falso, tenta persuaderti che ormai per te non vi
è più rimedio, che sono troppi, che Dio non vorrà più perdonarti, e ti dipinge Iddio
che rifiuta il tuo dolore, che ti ha voltate le spalle. Ah, peccatore, se mai il demonio
cerca gettarti nella disperazione, ferma il passo, sono qua stasera a consolarti.
Peccasti, ma fatti coraggio, per quanto grandi e molti siano i tuoi
peccati, se tu ne sei pentito, sappi che infinita è la Misericordia di Dio.
Peccatori che vi trovate aggravati dal peso del peccato, temete del vostro nemico il
demonio che vi vuol tirare allinferno, ma gettatevi con tutta confidenza nelle
braccia dellinfinita misericordia. Ecco il fine della mia predica. Dimostrarvi che
Dio infinitamente misericordioso e sommamente sollecito della nostra salute, non solo vi
accoglierà e vi perdonerà qualora pentiti ritornerete a Lui, ma ancora insieme col
perdono vi darà tutti quegli aiuti e quelle grazie che vi saranno necessarie per poter
perseverare
.
E avrò io forse o mio caro fratello difficoltà ad assicurarti del
perdono di Dio, se pentito ritornerai a Lui?
Basta riflettere anche per poco alla condotta che con te ha sinora
tenuto questo misericordiosissimo Signore
.
Ti ha sopportato, ti aspettò per vederti pentito e usarti
misericordia. Ma che dico sopportato? Ti ha anzi difeso, perché altri non ti
offendessero. Più e più volte sentì salire al suo trono voci chiedenti vendetta contro
di te
Ma no, rispondeva Iddio, non voglio la morte del peccatore, ma che
si converta e viva.
Assalonne si era ribellato al suo padre Davide, e già marciava
l'esercito a combatterlo e Davide andava gridando, "Generali, capitani, soldati
salvatemi il mio figlio Assalonne! E' vero, è uno scellerato è reo di morte lo so; ma è
mio figlio
".
Così ha fatto anche il Padre celeste negli anni della tua
"guerra".
.Lasciatemelo in vita questo povero peccatore; benché
ribelle, benché ingrato è mio figlio... mi costa sangue.... per lui sono morto...abbia
tempo forse si convertirà in appresso. Oh pazienza, oh misericordia di un Dio
veramente infinita.
Eppure qui non finisce lopera della misericordia, ma va ben più
avanti. E indubitato che noi non possiamo far nulla, neppure battere una palpebra
senza laiuto di Dio. Ebbene tu adoperavi la lingua per offènderlo colle bestemmie,
coi discorsi disonesti, colle calunnie
solo che ti avesse abbandonato un istante,
eccoti muto. Tu, o uomo commettesti quei furti, tinfangasti in quelle disonestà,
lavorasti la festa, ma come potesti? Perché Dio ti stava sempre vicino a conservarti la
salute, se fosti stato condannato in un letto ammalato certo non l'avresti offeso. Ricco
io ti vedo angariare i poveri, far sospirare gli artisti, ti vedo indurre quella
disgraziata caduta in miseria a cedere alle tue perfide voglie; e come potesti? Perché
Dio ti conservava le ricchezze e te ne donava sempre di nuove, credi che Dio non vedesse
che gettandoti in miseria, più non l'avresti potuto offendere, ma tu loltraggiavi
ed Egli ti beneficava. Ah che sei costretto tu pure a ripetere con S. Agostino...
"Oh Signore, io sempre in atto di offendervi e voi sempre in
moto per difendermi. Dovunque io andava vagando, voi sempre mi venivate dappresso e la
vostra misericordia qual fedele compagna mi seguiva e mi voleva dattorno".
Ah si amabilissimo fratello vedi questo tuo Misericordiosissimo Padre
che a guisa d'impazzito amante ti corre sempre dietro; ascolta con quale amorevole voce ti
chiama e li quasi inginocchiato dinanzi al tuo cuore, "figlio - ti dice -
aprimi, aprimi, dammi il tuo cuore". Tu dici di non sentirla questa voce? ma Dio
mai non cessò un istante dal ripeterti le sue amorevoli chiamate, le sue calde preghiere,
fino a stancarsi. S.Gregorio Magno gli assegna cinque maniere per chiamare i peccatori, e
vedi se non tutte le ha usate con te?
Vocat per prosperat: Quelle prosperità che
avete goduto negli anni dei vostri traviamenti, quei negozi andati bene, quella lite
vinta, quel posto ottenuto, quel parentado concluso, quel pericolo scampato, quelle annate
ubertose... E via andate dicendo erano tutte voci di Dio colle quali l'amorosissimo padre
a sé vinvitava e pare che dicesse fra se stesso: Tu mi fuggi, mi offendi, mi
strapazzi? Potrei ben con facilità vendicarmi dei fatti tuoi; ma voglio tenere verso di
te un'altra strada; metterò mano ai benefici, ti colmerò di favori; forse vedendoti
beneficato da un tuo nemico entrerai in te stesso, conoscerai la tua ingratitudine, te ne
pentirai. e cesserai di offendermi. E tu però hai fatto anzi peggio, delle prosperità ti
servisti per offenderlo. E Dio che ha fatto? Ti chiamò colle avversità.
Vocat per avversa: Quelle disgrazie accadute,
la morte di quel parente, la perdita di quellamico,
quellinfermità, quella tempesta, giovane quella malattia che ti guadagnasti con
quel peccato ed altre simili avversità, non erano voci secrete di questo Padre amante per
arrestarti e farti tornare indietro dalla via della perdizione? Ma sordo ancora a queste
voci, ti chiamò per mezzo del tuo Angelo.
Vocat per Angelos: Quella predica che
casualmente ascoltasti, quel libro, quella tal voce che ti diceva: questa non è vita da
durarsi ti può arrivare impensata la morte, muta vita, convertiti a Dio. Tu la
disprezzasti, e tentò un'altra via.
Vocat per pastores: Quante volte, i vostri
Pastori dal Sacro Altare, nel Tribunale di penitenza, ma nulla, sempre lontano da Dio, e
avrebbe potuto abbandonarti, ma manda me per scuoterti, per farti capire ancora una volta
che è disposto a perdonarti. E difatti non senti adesso un desiderio di darti a Dio? Sì
è Dio che sta lì seduto alla porta del tuo cuore, e picchiando dolcemente ti dice:
"Figlio mio, non voler più fuggirmi, vieni a me, fa ritorno a questo seno che
arde d'amore per te". E dopo tutto ciò dubiterai tu ancora del perdono? Se tanta
è la premura di Dio di vederti convertito e salvo come potrai temere di non essere
perdonato?
Ti dirò con S.Tommaso: "Che timore hai o peccatore? Se quando lo
fuggivi Egli ti veniva cercando, non vuoi, adesso che ti getti ai suoi piedi, non vuoi che
ti accolga? Questo Dio che per i peccatori si fece ancor esso, direi quasi un peccatore,
che fuori del peccato in tutto cercò di assomigliare ai peccatori, questo Dio che per i
peccatori durò fatiche, soffri stenti, versò sudori, sparse sangue, morì sopra una
croce fra un mare di dolori, non vuoi che accolga il figlio di tante pene"?
Tutto è vero sento dire da alcuno; ma io temo di essere da
Dio abbandonato...Ah i miei peccati sono troppo grandi? Ma la misericordia di Dio è
infinitamente più grande e questo sangue prezioso sparso per te ha virtù di lavare non
solo i tuoi peccati ma quelli di tutto il mondo. E che peccati hai mai tu fatto! Sei forse
stato un bestemmiatore? Lo fu anche Paolo! Ma perché se ne pentì; eccolo fra i primi
Apostoli e fra i più gran santi del Paradiso. Hai rubato? Mira un ladro là sul Calvario,
sopra una croce, dove l'hanno condotto i suoi furti, che chiedendone perdono a Cristo non
solo l'ottiene, ma muore da Santo. Fosti un disonesto? Lo fu anche un Agostino, eppure lo
veneriamo sugli altari, perché si pentì e lasciò le sue disonestà. Tu donna sei stata
forse una pubblica peccatrice? Lo furono anche una Pelagia, una Taide, una Maria Egiziaca,
una Margherita da Cortona ecc. eppure sono Sante. Di che temi dunque? Temo perché più
volte ho abusato della Divina Misericordia promettendo di non peccare e poi tornai sempre
a far peggio di prima. Ebbene questa volta sei risoluto davvero? Non temer dunque e
quand'anche l'avessi abbandonato e poi tornato ad abbandonare le cento volte, io ti
assicuro e te ne do parola a suo nome che ti perdona.
Sappi o Pietro - disse un giorno Gesù Cristo a San Pietro - che
io ho pregato per te, dopo che mi avrai rinnegato, io ti perdonerò e ti darò le
chiavi del Cielo e altro ricambio non voglio da te se non che guardi con occhio benigno ed
accolga con viscere di misericordia i peccatori. Bada bene o Pietro, non me li sgridare,
fa cuore ai figli ,te li raccomando... ma Signore quali peccati dovrò io perdonare?
Quali sono i delitti che voi riservate al vostro tribunale e sopra dei quali non si
estende la potestà che mi date? Ah Pietro non mi conosci ancora! Io non mi riservo
alcun peccato; per enormi che siano i misfatti, quando i peccatori verranno contriti a
confessarli ai tuoi piedi, alza pure la mano ad assolverli in terra, ch'io li assolverò
in Cielo... Ma Signore quante volte poi mi date la licenza di assolvere lo stesso
peccatore? Potrò assolvere fino alle sette volte... Pietro tu vuoi mettere un
limite alla mia misericordia ed io la voglio illimitata . No sette, settanta volte sette,
cioè tutte le volte che il peccatore veramente pentito, verrà a confessarsi.
Oh care parole! Oh bontà, oh misericordia di Gesù! E ancora temete?
Ma queste braccia che tiene tese sulla croce, non vi dicono chiaro che Egli è sempre
pronto ad abbracciarvi a stringervi al suo seno? Che volete di più? Deve forse staccarsi
da essa e venire in persona ad umiliarsi dinanzi a voi?
AI: "Sermones", ASO Botticino |