Parrocchia angelodiverola San Lorenzo Martire in Verolanuova


Le Diaconie


 

"...dobbiamo far nostro lo spirito missionario
per portare la Chiesa fra le case della Comunità Verolese"


Cosa sono e perché sono state istituite le Diaconie.

Prima di tutto dobbiamo chiederci: Che cos'è la Parrocchia?

Molti la pensano come una stazione di servizio, un ufficio burocratico dove si rilasciano certificati o dove si offrono prestazioni devozionali... Della parrocchia si hanno tante immagini che nascono da varie sensibilità, necessità e precomprensioni. Ma questa non è la parrocchia che il Signore vuole dai fedeli di Verolanuova. Dio vuole che sia una famiglia, la Sua famiglia, una fraternità unita dall’opera del Suo Spirito..

Il Signore (sia concessa l‘immagine) vuole che viviamo come "componenti una grande orchestra" dove ogni battezzato è chiamato a suonare uno strumento particolare offerto dallo Spirito Santo; poiché tutti siamo invitati a prestare un suono per eseguire una grande sinfonia: quella dell’amore. In questa orchestra hanno un loro ruolo non solo i sacerdoti o le religiose, ma anche i laici.

Il Signore vuole che lavoriamo insieme; Lui desidera entrare in tutte le case di Verola per essere il più vicino possibile a chi soffre, a chi lotta, a chi spera, a chi è angosciato, a chi è nella gioia. Vuole entrare nella nostra vita e per questo chiede ad ognuno di farsi strumento del Suo amore. Sarà solo un desiderio?

Tutto ciò è troppo bello perché rimanga solo un sogno e per questo dobbiamo attivarci.

Il Consiglio Pastorale della nostra Comunità parrocchiale, già al termine del 1996, ha studiato il modo per organizzare la parrocchia in otto "diaconie" o zone pastorali.

Non si vuole dividere la parrocchia in tante frazioni, ma l’intento è quello di arrivare in ogni casa della comunità per rendere credibile l ‘amore di Dio che deve circolare in tutti.

É un dono grande che il Signore sta offrendo, ma è pure un dono che va accolto nella responsabilizzazione di tutti.

Dobbiamo camminare tenendoci per mano alfine di realizzare questo progetto. Ognuno è chiamato ad impegnarsi almeno con la preghiera senza la quale ogni programma é destinato al fallimento.

(Da "L'Angelo di Verola" n° 1 1997 - pag- 17)

 


Dall’incontro di venerdì 28 febbraio 1997, organizzato per presentare la proposta del nostro Consiglio Pastorale circa la suddivisione della Parrocchia in 8 diaconie, è emersa una visione realistica della nostra comunità parrocchiale.

Realistica nell’individuare i problemi, altrettanto realistica nel cercare di capirli per poi trovare la strada per possibili soluzioni.

Si è sottolineato un grande desiderio di rapporti profondi tra laici e sacerdoti, pur comprendendo le difficoltà nel viverli a motivo dei troppi impegni di questi ultimi.

Sono state evidenziate le tante aspettative da parte della nostra comunità nei confronti delle strutture parrocchiali, in modo particolare ci si aspetta tanto dall’Oratorio per risolvere i problemi educativi della gioventù.

Ci si aspetta tanto dalla Parrocchia, tanto dai preti, ma è giusto aspettarsi tutto da loro? La risposta è stata chiara: anche i laici devono ricoprire il loro ruolo a fianco dei sacerdoti, anche i laici devono dare il loro contributo fattivo alla vita parrocchiale e questo in virtù del Battesimo ricevuto.

Un ruolo che diventerà sempre più importante nella misura in cui si camminerà e si lavorerà insieme per migliorare la nostra realtà.

Dobbiamo rimboccarci le maniche valorizzando quanto già esiste, ma è pure importante imparare a volare sempre più alto credendo al progetto di suddividere la nostra parrocchia in 8 diaconie, possibilità concreta che abbiamo per meglio organizzarci ed essere così vicini il più possibile a tutti, nella vita di ogni giorno.

Pur sottolineando le difficoltà si è apprezzata la proposta anche se ci si rende conto che la strada da percorrere è lunga: per questo ci siamo augurati che a percorrerla non siano sempre i soliti, ma ad essi si affianchino nel tempo sempre più persone di buona volontà.

(Da "L'Angelo di Verola" n° 4 Aprile 1997 - Inserto: Speciale Diaconie)


Le Diaconie: "...di che segno sei?"
 

La domanda è frequente: "Ma quale è il significato del simbolo dato alla mia Diaconia? Perché questo simbolo?"

Di certo la scelta non è stata fatta a caso, anzi. Ad ogni Diaconia è stato assegnato un nome, che è di per sé tutto un programma, ed è stato consegnato un simbolo che trasmette un’idea, una virtù cristiana facendo riferimento al Santo a cui ogni Diaconia è stata dedicata.
Se in ogni diaconia si vivranno queste virtù mettendole poi al servizio degli altri, unendole insieme per il bene della comunità ecco che avremo realizzato

l’8x1=1

Otto diaconie che operano tutte per uno stesso scopo otterranno quell’unità che le porterà ad essere una sola comunità in Cristo.

Per questo nelle righe che seguiranno crediamo sia utile soddisfare la curiosità di alcuni, anche perché capendo il significato di ogni simbolo, in tutti potranno nascere nuovi stimoli nel cammino intrapreso dalle nostre otto Diaconie per testimoniare il Vangelo nella nostra Parrocchia.

 

Sant'Arcangelo

SANT'ARCANGELO TADINI

Simbolo: L'eucarestia del Santo
Colore: Bianco

Don Arcangelo Tadini fu un sacerdote di alta spiritualità e di intenso apostolato pastorale e sociale. La sua alta spiritualità si manifesta nella sua vita che ha gli aspetti viventi dell'eremita, che vive nella sua canonica, divenuta casa di silenzio, di orazione, di studio e di veglia notturna. Si manifesta come presenza nella sua parrocchiale che proclama sua "sposa "e che adorna amorosamente.

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CROCIFISSO

Simbolo: La Croce: IL SACRIFICIO
Colore: Rosa

Gesù è morto per amore. La croce ci ricorda che il vero amore di cui dobbiamo vivere è fatto di sacrificio. Qualche anno fa si diceva "và dove ti porta il cuore"; noi con l’aiuto di Dio dovremmo dire per poter amare veramente "andiamo dove ci porta la croce".

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MADONNA DI CARAVAGGIO

Simbolo: Corona del Rosario: LA PREGHIERA
Colore: Azzurro

Con la corona del Rosario vogliamo sottolineare l’importanza di lasciarci adottare dalla Madonna e ricordarci che la preghiera è il fondamento della vita cristiana e che senza la preghiera, che è il contatto diretto con Dio, la vita del cristiano è monca. La preghiera deve essere costante e umile proprio come l’umilissima preghiera del Rosario.

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SACRO CUORE

Simbolo: Il cuore di Gesù e una Croce: LA CARITA’
Colore: Rosso

Dice San Paolo: "Se ho il dono di essere profeta, di svelare tutti i segreti, se ho una fede che smuove i monti, se distribuisco ai poveri tutti i miei averi ma non ho la Carità, l’Amore, tutto questo non vale nulla". Essere caritatevoli come lo era Gesù. Amare con amore disinteressato. Il cuore sormontato dalla croce ci ricorda che è bello scegliere Gesù come re e centro dei nostri cuori.

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SAN DONNINO

Simbolo: La Mitria: IL MAGISTERO
Colore: Giallo

La mitria, è il copricapo dei Vescovi, come San Gottardo, venerato nella chiesa di san Donnino, e come Mons. Giacinto Gaggia, Vescovo di Brescia, nostro concittadino nato in questa Diaconia. Questo simbolo ci ricorda che bisogna sempre affidarsi al magistero della Chiesa ma ci dice che anche ognuno di noi con la rettitudine della sua vita può essere guida spirituale per gli altri. La conversione di uno porta spesso alla conversione di molti.

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SAN ROCCO

Simbolo: La Conchiglia del Pellegrino: IL PELLEGRINAGGIO
Colore: Verde

S. Rocco era un pellegrino e i pellegrini usavano la conchiglia per dissetarsi lungo il loro cammino. "I cristiani sono su questa terra, ma non sono di questa terra" e la conchiglia ci ricorda che in questa nostra vita "pellegrinaggio" è importante dissetarci all’acqua viva che è Dio: senza Lui siamo terra deserta, arida.

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SANT’ANNA: (Breda Libera)

Simbolo: la Bibbia aperta: LA PAROLA
Colore: Blu

Nella chiesa della Breda, Sant’Anna è rappresentata mentre educa sua figlia, la Madonna, parlandole attraverso le Sacre Scritture: ha la Bibbia tra le mani. Il simbolo ci ricorda che pure noi dovremmo avere un po’ più spesso tra le mani la Bibbia, leggerla, meditarla, pregarla, per lasciarci guidare da Lei nella nostra vita, per far diventare Gesù l’inizio (alfa) e la fine della nostra vita (omega).

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SANT’ANTONIO

Simbolo: Giglio: LA PUREZZA
Colore: Arancio

Sant’Antonio, compatrono della nostra comunità, viene abitualmente raffigurato con un giglio fra le mani: un fiore segno di candore, purezza, innocenza, verginità. Il giglio ci invita a riscoprire sempre più la purezza nei nostri pensieri, nelle nostre parole, nelle nostre azioni. Ci invita a vivere solo per dire al Signore: ti voglio bene.

Ad informazione avvenuta, ora non possiamo che augurarci di incarnare nella vita di tutti i giorni i simboli presentati. Otto simboli diversi, otto Diaconie, otto strumenti nelle mani di Dio, diversi fra di loro ma uniti nel nome del Signore per portare un po’ del Suo amore nella nostra vita.

 

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