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Verolanuova - Doku - Brescia

Le Quarantore

The "Forty Hours"

"LE QUARANTORE"

E' un imponente apparato bicentenario.
La grandiosa macchina viene innalzata ogni anno per la Domenica delle Palme e, fino a tutto il martedì santo espone, solennemente, il SS. Sacramento all'adorazione comunitaria e privata dei fedeli.
E' di questi ultimi anni il totale rinnovo del castello portante ed il restauro, completato nel 2001, di tutto l'apparato ligneo.

 

THE "FORTY HOURS"

It is an imposing apparatus which is more than a hundred years old. It is raised every year on the Palm-Sunday and it is taken down on the Holy Wednesday.

 

Le Quarantore / The "Forty Hours"

Quarant'ore Verolesi fede e tradizione - di Rino Bonera

Io non so quante parrocchie, da quella del più sperduto villaggio alle altre disseminate nelle varie città, non abbiano particolari tradizioni o nelle quali accentuate devozioni non mettano in evidenza la vivezza di una fede che trae le sue origini in quella dei padri. Verolanuova non manca certo di tradizioni e devozioni. Meno appariscenti e poco coltivate le prime, la fede dei Verolesi tiene vive invece le seconde. Cito quest'ultime in ordine di rievocazione nell'anno: le Quarant'ore ed il Corpus Domini in onore di Gesù Eucaristico e la prima domenica d'ottobre (fino a pochi anni orsono la seconda) in onore della Vergine dei Rosario.

Tralascio le altre ricorrenze per soffermarmi sulle Quarant'ore. Il bisogno comunitario d'una esteriore manifestazione di fede nell'Eucaristia portò, già nel secolo scorso, alla realizzazione di un apparato grandioso e solenne che ancora ogni anno viene innalzato nella nostra basilica per l'esposizione del SS. Sacramento. Tale esposizione ha inizio il pomeriggio della domenica delle Palme e si conclude la sera del martedì santo e non più nella mattinata dei mercoledì come avvenne sino a qualche anno fa. Le Quarant'ore erano come il cuore del periodo liturgico di preparazione alla Pasqua. Era in questo periodo che si teneva il cosi detto "Quaresimale" che consisteva in una predica tenuta ogni giorno nella funzione della sera da un valente oratore che si fermava in Parrocchia fino alla festa dell'Angelo ed era soprattutto l'oratore ufficiale delle Quarant'ore.

Il termine Quarant'ore si deve, per tradizione, al periodo di tempo trascorso fra la morte di Cristo, il venerdì Santo, e la Risurrezione della domenica di Pasqua. Questo periodo corrisponde alla esposizione del SS. Sacramento per l'adorazione dei fedeli, che doveva dunque durare quaranta ore consecutive. Col passar degli anni si arrivò all'orario attuale. I Verolesi hanno voluto che Gesù Eucaristico venisse esposto durante tale circostanza su d'un maestoso trono ornato di fiori e di ceri. L'apparato forma l'orgoglio della nostra cittadina, anche se coi tempo è andato in parte modificandosi assumendo una linea più seria ed elegante. Se l'originale fastosità distoglieva facilmente da un intimo raccoglimento, l'attuale semplicità meglio favorisce le personali riflessioni che mettono l'uomo in contatto con Dio. E' noto che modifiche più o meno evidenti vi apportarono i prevosti da Don Manfredi in poi. L'illustre famoso concittadino Vescovo Gaggia soleva portare altri Vescovi a Verola nel tempo delle Quarant'ore per mostrare il fervore dei Verolesi assieme all'artistico apparato. Il Vescovo mons. Giacinto Tredici, durante una sua visita, fece abolire tutte le lampadine elettriche che, di svariati colori, facevan bella mostra di sé. La liturgia non lo permetteva ma, a mio avviso, tutta la costruzione ne guadagnò. Quanti, ancora, non ricordano le varie ore di adorazione stabilite per ogni rione i cui abitanti partivano, in processione, rispettivamente dalla chiesetta di S. Rocco, da quella dell'Ospedale, dal vecchio oratorio maschile in via Roma, dal Convitto Maria Bambina e successivamente dalla chiesa della Disciplina?

Uomini e donne vi partecipavano reggendo devotamente un cero; percorrendo le vie dei paese ignorando cosa fosse il "rispetto umano" raggiungevano la basilica per l'adorazione. Poi i tempi mutarono; la locale evoluzione socio - economica ed i conseguenti singoli impegni di lavoro richiesero una diversa distribuzione delle ore di adorazione arrivando così all'attuale regolamentazione.

Ma non a pochi si farebbe torto se qui non si ricordassero quanti lavorarono senz'alcun compenso per l'allestimento dell'apparato delle Quarant'ore. A cominciare da quegli uomini che, sul finir della Quaresima, passavano di casa in casa a raccogliere ;le offerte che sarebbero servite: per acquistare i ceri, per le necessarie annuali riparazioni, per le spese straordinarie e dell'illuminazione e per pagare, forse, un bicchiere dì vino ed una pastasciutta a quei "Gambarì" (Favalli) che, di padre in figlio si tramandarono l'onore (e quanto ci tenevano!) e l'onere di provvedere ad innalzare il grandioso impianto. Li aiutavano uomini messi a loro disposizione da agricoltori e ditte che in tal modo contribuivano in misura determinante ad alleggerire le spese.

Oggi i vari "Gambarì" sono scomparsi, le offerte nelle case non si raccolgono più; di contro le spese per le Quarant'ore sono salite alle stelle e ne mettono in forse ogni anno la realizzazione.
Non c'è che augurarsi che la fede dei Verolesi non venga meno soprattutto nella costante partecipazione alle Quarant'ore e che continui anche l'aiuto materiale per salvare l'apparato artistico nato dalla stessa fede.

Rino Bonera
[ da  L'ANGELO DI VEROLA – Aprile 1976 Anno I N°04 pag. 07,08,09 ]