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Verolanuova - Doku - Brescia

Via Crucis (1900)

I - II - III

IV - V - VI - VII - VIII - IX

X - XI - XII - XIII - XIV

via crucis

X - Gesù spogliato dalle vesti e abbeverato di fiele

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XI - Gesù inchiodato sulla croce

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XII - Gesù muore in croce

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XIII - Gesù è deposto dalla croce

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XIV - Gesù è deposto nel sepolcro

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Roberto Galperti

Roberto Galperti
"Bert pitùr" (Verolanuova 1862 - 1905)

Chiamato benevolmente "Bert pitùr" – era figlio di Luigi (1823-1895), dapprima imbianchino, e poi anch’egli, portato alla pittura, apprezzato ornatista, allievo (per interessamento del conterraneo architetto Tadini) dello Zuccari, con cui fu anche in fraterna amicizia.
Ebbe, inoltre, la felice intuizione e la sensibilità di sostenere, anche tra qualche difficoltà, la vocazione pittorica del figlio, di cui aveva compreso le attitudini.
Lo mandò a scuola da Luigi Campini, che nel secolo scorso avviò alla pittura un notevole numero di bresciani; e successivamente, avendone visto i risultati promettenti, all’Accademia di Brera.
A Milano il giovane fu notato alle annuali esposizioni di Brera, ed ottenne alcuni consensi. Perciò – mentre appare del tutto comprensibile e perfino dovuta l’appropriazione locale, verolese, delle qualità dell’artista ed il suo pronto impiego sia per commissioni private che pubbliche, e specialmente chiesastiche.

Roberto Galperti però è un timido; lo avremmo voluto vedere "osare" di più; e poiché l’uso della "copia" nelle grandi tele chiesastiche sembra una prassi quasi esclusiva, viene il dubbio che un’eccessiva venerazione per i capolavori del passato si accompagnasse in lui (oltre ai condizionamenti, come detto, della committenza) ad una personale incertezza compositiva.

Il problema delle derivazioni – anche nobili, anche interessanti – deve tuttavia restare aperto per introdurci all’esame delle 14 stazioni della monumentale Via Crucis di Verolanuova, che costituiscono per l’appunto il nocciolo di questa piccola esposizione, nata attorno alla realizzazione del loro accurato restauro.

Prima di tutto, una precisazione preziosa sul versante cronologico, uscita proprio dal fervore attorno a questa ricerca: finora non si sapeva in che anno Roberto avesse realizzato le 14 tele. Invece si situano infallibilmente al 1900 (data del loro pagamento).
Prezioso è il numero unico "Il circolo di Giovani Studenti Cattolici verolesi al loro stimatissimo e amatissimo Prevosto dedicano. 29 settembre 1900", che contiene nell’ultima pagina, sotto il titolo "Doni al Sig. Prevosto", fra le altre, la notizia che furono raccolte L. 1.400 "somma equivalente all’importo delle magnifiche ‘Via Crucis’ che sono degno ornamento della maestosa Basilica opera del nostro concittadino sig. Roberto Galperti".

Le famose 14 Stazioni della Via Crucis della Basilica, è stato detto, ridetto, scritto e ripetuto, che sono derivate (o copia) dal Tiepolo: niente di più sorprendentemente falso, dal momento che i notevoli quadri (anche proprio sul versante delle misure e delle ingombrantissime cornici, in relazione alla loro destinazione d’uso) dipendono da molti elementi e da una non superficiale conoscenza del Settecento lombardo-veneto; ma hanno ben poco da spartire con il Tiepolo celeberrimo di San Polo. (In rapporto all’argomento cfr. L. Anelli, Echi tiepoleschi nelle Viae Crucis bresciane, in "Brixia Sacra", 1976, n. 3-4, pp. 61-66, con un’analisi della Via Crucis del Galperti, in cui mettevo in evidenza la sensibilità moderna e la derivazione anche da altri pittori.
La pennellata vi è sintetica e costruttiva, il plasticismo è magnifico, e le figure costruiscono delle composizioni che, se non derivano da un prototipo preciso (che finora non ho individuato), mostrano delle capacità da non sottovalutare.



Anelli Luciano "Roberto Galperti tra verismo e devozione al settecento" Catalogo della mostra "Roberto Galperti 1862 - 1905 - La Via Crucis di Verolanuova"Comune di Verolanuova, gennaio 1999 disponibile presso la Biblioteca Civica di Verolanuova. Si ringrazia il Sig Luigi Paracchini per la consulenza.